Il turismo fa gola (e la gola fa turismo) per le vie del Lazio

Vino, olio e formaggi. Ad attirare sempre più turisti nel Lazio - al primo posto in Italia per viaggiatori stranieri - non sono più i percorsi storico-culturali. O almeno, non solo. Sul boom di presenze e tour, infatti, incide la gola. Sempre più diffuso il turismo enogastronomico, sulle rotte dei sapori locali, alla ricerca di tradizioni e produttori più o meno noti. Difficile tradurre la tendenza in cifre. Chi si sposta sulle vie del gusto, spesso lo fa con mezzi e modalità alternative, dal camper al soggiorno in aziende agricole, senza dimenticare le gite mordi-e-fuggi. Indicativo, però, che il Touring Club Italiano abbia attribuito al Lazio 17 delle 119 «bandiere arancioni» destinata ai piccoli paesi che eccellono per offerta e accoglienza. Significativa pure la creazione istituzionale di percorsi e luoghi dedicati ai sapori in tutto il territorio: vie del vino e dell’olio e musei di alimenti e prodotti locali. E che i sapori laziali vadano di moda in tutto il mondo lo dimostrano anche i tanti ristoranti con toponimi nostrani, come il Frascati a Parigi, il Fregene’s in California, il Tivoli a St. Louis.
Diversi i tour operator che hanno deciso di cavalcare la moda del turismo enogastronomico e l’eccellenza laziale con percorsi ad hoc. All Inclusive (www.allinclusivehotels.it) offre itinerari da Sabaudia verso Le Ferriere seguendo la produzione vinicola, da Ardea a Cori per olio e vini, verso Ariccia per la porchetta, a Rocca di Papa per le castagne. La via del vino in provincia di Frosinone è una delle offerte classiche di Discovery Italy, tour operator specializzato nell’incoming: si parte da Anagni per arrivare, attraverso 390 ettari di vigneti doc, ad Acuto, Piglio e Serrone (www.discoveryitaly.org). Punta sull’incoming anche Il Maestrale (www.ilmaestrale.it). Con 27 denominazioni di origine controllata, le visite non possono che cominciare dal vino: «Protagonisti quelli dell’alto Lazio, quali l’Aleatico di Gradoli, i vini dei Colli Etruschi Viterbesi, le doc di Tarquinia, Vignanello e Cerveteri. Da notare che nel territorio vi sono tre Città del Vino: Cerveteri, Castiglione in Teverina e Montefiascone. Star indiscussa dei percorsi enoturistici, il leggendario Est! Est!! Est!!! di Montefiascone». Per la via dell’olio, visite a antichi frantoi e produttori, eventi tematici e degustazioni, con particolare attenzione alle zone dop di Canino e Sabina. Carciofi di Ladispoli, pesce di lago a Bolsena e Bracciano sono alcune delle strade del gusto alla ricerca di prodotti tipici. Agenzie di viaggio, tour operator e aziende agricole. Al Viarino, gita in frantoio con «degustazione di olio extravergine delle olive prodotte e brucate a mano nel territorio dop di Mompeo» (strada comunale della Lavandara, 0765-469010). L’agriturismo Gli Ulivi, in determinati periodi dell’anno, lancia «Il tempo delle pesche»: «Si potrà soggiornare in azienda e prendere parte alla raccolta» (via Doganale 149, Borgo San Martino; 06-99207119). Ricerca di erbe spontanee commestibili al Casale di Martignano (via Piana del Pero 75; 06-99802004). Merenda biologica «in cantina» alla Riserva della Cascina (via Fratelli Wright 12, Ciampino; 06-7917221). Passeggiate tra vigneti da Camponeschi (via Piastrarelle 13, Lanuvio; 06-9374390) e Casale Marchese (via di Vermicino 68, Frascati; 06-9408932). Vino abbinato a salumi e formaggi tipici alla Cantina Cerquetta (via Fontana Candida 20, Monte Porzio Catone; 06-9424147).

E poi percorsi sulle tracce di formaggi di pecora e mozzarelle in Ciociaria, di polli e latte nella zona di Latina, di ricotta e capretti a Rieti, di ciliegie, nocciole, fichi e uva di Viterbo. In provincia di Roma, agnelli e carciofi. Buon appetito.

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