(...) Chi verrà pescato dalle forze dell'ordine più volte a vendere o servire alcolici e superalcolici si vedrà prima sospesa e poi definitivamente revocata la licenza comunale.
È il senso dell'ordinanza che sarà firmata dal sindaco Marta Vincenzi fra un mese quando il capoluogo ligure, per i teen ager, piomberà nel proibizionismo. Quasi come nel film «The Untouchables».
I divieti sono stati presentati ieri dagli assessori comunali Gianni Vassallo e Francesco Scidone. Per i giovani della movida genovese sono loro gli inflessibili Sean Connery e Kevin Costner. Resta da capire chi interpreterà Robert De Niro, gli al Capone al comando dei bar «clandestini». Un ruolo che potrebbe toccare ai sindaci dei comuni limitrofi, che non si vorranno «allineare» all'ordinanza. I liceali che abitano nel levante, probabilmente, andranno a fare rifornimento a Bogliasco e nel Golfo Paradiso. Quelli che abitano a ponente faranno un salto in motorino per rifornirsi ad Arenzano e Cogoleto. E in mezzo ci saranno i baristi della Confesercenti genovese, quasi trattati come gestori di cantine clandestine, che già ieri hanno bollato come repressiva e inutile l'iniziativa di «Sean» e «Kevin».
«Al di là del fatto che una normativa comunale non può superare le disposizioni nazionali in senso ulteriormente restrittivo - polemizza il direttore Fiepet Cesare Groppi - riteniamo che il problema non si risolva con misure locali come questa. Chi vorrà bere potrà facilmente aggirare le restrizioni semplicemente recandosi fuori dai confini cittadini. Il proibizionismo di Palazzo Tursi avrà risultati poco lusinghieri. Non si può governare a colpi di divieti. Chi governa così significa che non sa amministrare. La campagna no drinking per i minorenni andrebbe pensata investendo finanze sulla sensibilizzazione dei giovani nelle scuole e nelle famiglie. Siamo contrari a ordinanze proibizioniste. In ogni caso dovevano essere coinvolti, anche con le sanzioni, i minorenni e le loro famiglie».
I gestori dei bar genovesi, tuttavia, non hanno soltanto protestato, ma hanno anche elogiato il fatto che, unitamente alla somministrazione, sarà vietata la vendita, in modo da superare l'attuale situazione di disparità a favore dei supermercati e a danno dei baristi.
«Il nostro provvedimento - puntualizzano Vassallo e Scidone - non è di stampo moralistico. Abbiamo ritenuto di applicare una normativa più restrittiva, rispetto a quella nazionale, perché abbiamo ricevuto i dati allarmanti degli esperti. Oggi sono molti i giovani, soprattutto nel centro storico, che vengono soccorsi in coma etilico anche dai nostri vigili urbani. Tuttavia spesso le famiglie cadono dalle nuvole e non si rendono conto che siamo di fronte a un problema culturale e sociale da prevenire».
Secondo i dati della Società italiana di alcologia ligure e dell'epatologo Gianni Testino, Genova è al terzo posto per ricoveri in ospedale, al secondo posto per i costi legati ai danni da alcol e ci sono dieci casi su centomila abitanti di ricoveri per intossicazione acuta con pazienti al di sotto dei 14 anni.
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