Tursi, «fuoco amico» contro il sindaco La giunta cola a picco

Tursi, «fuoco amico» contro il sindaco La giunta cola a picco

(...) era sbottata a voce alta, nei giorni scorsi: «Questa è una città che non vuole farcela, che vuole morire, ma io non ci sto più a farmi imprigionare dai dubbi». Dai dubbi forse no, ma dalle certezze del voto negativo certamente sì, visto l’esito delle strategie messe in atto - anche dietro le quinte - dagli esponenti del Pdl interni e esterni all’aula consiliare. E ieri, su 47 membri dell’assemblea presenti, 22 hanno votato a favore e 25 contro il progetto, che prevedeva fra l’altro le contestatissime costruzioni in muratura lungo la passeggiata a mare. La prevista ristrutturazione ha spaccato la maggioranza di centrosinistra: alla scontata posizione contraria del centrodestra, si sono aggiunti in misura determinante Italia dei Valori, Verdi e Sinistra Europea. A favore del progetto - e quindi del sindaco - è rimasto solo il Partito democratico. Da qui la richiesta immediata e perentoria del Pdl: «La maggioranza non esiste più, la giunta Vincenzi se ne vada a casa, e i cittadini genovesi tornino alle urne per eleggere un altro sindaco». A esultare sono soprattutto gli esponenti del Pdl, che vantano «il successo conseguito a pochi giorni dalla formazione del gruppo consiliare unico». E vengono fuori i retroscena: il centrodestra spiega che la mancata approvazione della variante urbanistica per la riqualificazione del Lido è frutto non solo della spaccatura all’interno del centrosinistra, ma di una «trappola» orchestrata dall’opposizione. «Abbiamo studiato una strategia senza scoprire le carte in modo da poter dimostrare che questa maggioranza non esiste più - sottolinea con candore il capogruppo del Pdl Raffaella Della Bianca -. È stata una scelta politica e siamo soddisfatti del risultato». In effetti, il centrodestra ha lasciato credere fino all’ultimo di essere favorevole al provvedimento, che fra l’altro aveva intascato il via libera del Municipio Medio Levante guidato da una giunta dello stesso colore, poi ha votato contro la variante. «Il sindaco non ha più la maggioranza. Per questo progetto lei si era spesa al massimo. E ora a Marta Vincenzi abbiamo dato un cazzotto tale che, prima che si rialzi passerà un bel po’» tuona il coordinatore cittadino del Pdl, Gianfranco Gadolla, all’unisono con la stessa Della Bianca. E aggiunge: «Abbiamo dimostrato che il nostro partito c’è, abbiamo studiato la strategia e agito in silenzio. Ora siamo pronti a guidare la città». Si inseriscono con toni analoghi di esultanza il consigliere Gianni Bernabò Brea (La Destra) e i rappresentanti di Forza Nuova.
E mentre il coordinatore regionale del Pdl, onorevole Michele Scandroglio, dice di attendersi «le dimissioni della Vincenzi, unica conseguenza onorevole di un’amministrazione pasticciata e inconcludente», il vicecoordinatore vicario cittadino, l’onorevole Roberto Cassinelli commenta: «Ancora una volta la sinistra dimostra di non essere capace di governare. La maggioranza si è rotta, un po’ per merito nostro, un po’ per colpa loro». Sul fronte opposto (opposto?) esultano i Verdi. In compenso, il Pd si affretta a chiedere «la verifica del centrosinistra», nel corso di un faccia a faccia in programma domani: «Occorre capire se questa maggioranza esiste ancora e chi è ancora disposto a sostenere il sindaco e il suo programma per la città» avvertono il capogruppo del Pd Simone Farello e il segretario provinciale del partito Victor Rasetto. I dipietristi si dicono subito pronti al confronto (scontro?): «Abbiamo tenuto fede alla nostra idea che boccia tutto ciò che possa avvicinarsi a una speculazione edilizia - spiega Stefano Anzalone -. Fin dall’inizio abbiamo espresso le nostre perplessità su questo provvedimento». Però Marilyn Fusco, consigliere Idv, cambia canale: «Abbiamo votato contro perché riteniamo che quartieri come Begato, Voltri o il centro storico meritino un’attenzione maggiore rispetto a quartieri come quello di Albaro». Come dire: il progetto Lido può anche andar bene, ma bisogna posticiparlo al recupero di Begato, Voltri o centro storico. Boh... Infine, si pronuncia lei, Marta Vincenzi. Più che uno sfogo è un atto d’accusa: «È il momento politico più brutto che ho visto da quando sono impegnata in questo settore: il voto di oggi testimonia che in questa città non c’è la capacità di cogliere le questioni essenziali. Sull’ opposizione non si può fare affidamento e la maggioranza è smandrappata, sì: smandrappata.

Dopo l’esperienza di oggi - conclude - mi limiterò a sottoporre all’attenzione del consiglio solo le pratiche previste dalla legge, sottraendogli il più possibile la possibilità di fare giochi sulla pelle della città. Ma non voglio arrendermi». Che suona proprio come una minaccia. Soprattutto per i suoi colleghi della sinistra.

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