Tursi, la maggioranza a pezzi per i «ricatti» dell’Italia dei valori

Tursi, la maggioranza a pezzi per i «ricatti» dell’Italia dei valori

(...) e il sindaco Marta Vincenzi stanno cercando, con l’imminente e immancabile «verifica di maggioranza» - leggi: notte dei lunghi coltelli - in programma oggi, di leccarsi le ferite provocate dalla sonora batosta subìta sulla variante del Puc-Piano urbanistico comunale. Variante votata dal Pd, ma bocciata da un’alleanza trasversale Pdl, La Destra, Verdi, Rifondazione comunista-Sinistra Europea e, appunto, Italia dei valori. Che all’indomani dell’«apparentamento» con l’opposizione cerca in qualche modo di metterci una pezza: «Vorrei ridimensionare quanto accaduto - spiega, compassato, il segretario regionale, onorevole Giovanni Palladini -: qui non è per nulla in gioco l’alleanza con il Pd e il sostegno alla maggioranza». La verifica? «Non accadrà nulla di clamoroso». E gli altri temi caldi, come la Gronda e la moschea, su cui s’era diagnosticato qualche mal di pancia in giunta? Pronta la risposta: «Sulla Gronda voteremo a favore». Olé. E sul futuro rimpasto - giudicato da molti la vera causa dello sgambetto al sindaco -, il «partito intende vedere riconosciuto il nuovo peso politico del movimento. Di rimpasto si parlava già prima delle europee. In questo discorso rientra anche la futura alleanza per la Regione». Messaggio: «Preparatevi».
Ma il sindaco Marta Vincenzi non sembra aver assorbito l’uppercut. E sibila: «Per me non è una sconfitta politica. Mi pare che sia un punto di caduta per la classe politica di questa città. Per quello che mi riguarda, i modi per andare avanti ci sono. Adesso ci sarà qualche incontro politico che dovrà decidere se si tratta di un incidente di percorso oppure se ci sono altri elementi di cui bisognerà tenere conto. C’è un po’ di fibrillazione. Se non si riprende a ragionare sul merito delle questioni, ma si fanno battaglie astratte o battaglie ideologiche o battaglie di schieramento o battaglie per contare un po’ di più in uno schieramento, chi ci rimette è la città. Vorrei che la politica fosse all’altezza, ma in questo momento non mi sembra che lo sia». Esultano, invece, i rappresentanti del nuovo Gruppo unico Pdl che mette a segno la prima, importante vittoria sul campo: «In merito alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco - sottolinea Raffaella Della Bianca, capogruppo a Tursi - precisiamo che il Pdl non ha mai dichiarato un proprio voto a favore della variante. Non capiamo le dichiarazioni false e piene di dilettantismo da parte di un sindaco incapace di governare una città e di tenere insieme la sua maggioranza». Ma ce n’è anche contro l’Idv «che scopriamo contraria anche sull’operazione moschea, ma va ricordato che si espresse con voto favorevole nel Consiglio comunale del 3 marzo». Rincara la dose il senatore del Pdl Enrico Musso: «Marta Vincenzi deve prendersela solo con se stessa e la sua coalizione, che con sprezzo dell’etichetta e del ridicolo ha finalmente definito “smandrappata“. Una coalizione indecisa a tutto: dalla gronda, all’area ex rimessa di Boccadasse passando per i tentennamenti sulle corsie gialle (moto sì, moto no) e il continuo stop and go sulla sicurezza di fronte a delinquenza dilagante, come dimostra anche il caso-Voltri dei giorni scorsi». Si inserisce nel dibattito anche Isabella Susy De Martini, fondatrice del movimento «Forza Liguria De Martini presidente», che esprime «solidarietà agli imprenditori, ai progettisti e ai dipendenti del Lido e anche alla dirigenza comunale che aveva tentato di dare il via a questo progetto così importante per Genova e la Liguria».

In compenso, il capogruppo del Pd, Simone Farello, atterra da un altro mondo e invita a «non drammatizzare la situazione», precisando subito dopo che «la pratica per il Lido comunque avrà una seconda chance». Surreale? No. Comune di Genova, anno 2009. Più avanti, magari, cambia.

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