Cronache

Tursi spende milioni di euro per «cantieri adulti» e rifugiati

Rosso (Forza Italia): «Troppe spese inutili. Il Comune deve spiegare ai cittadini come utilizza le risorse pubbliche»

Tursi spende milioni di euro per «cantieri adulti» e rifugiati

Oltre 17mila euro a favore degli «emigrati rientrati definitivamente in Liguria», ma ben 323mila per realizzare il progetto «Integrarsi» in collaborazione con l’associazione dei Comuni italiani. Sempre meno, comunque, di quanto - 836mila euro, un miliardo e mezzo delle vecchie lire - è destinato a sostenere il fondamentale progetto Equal (seconda fase) che si occupa di «inclusione e occupabilità delle fasce deboli della popolazione». Ma quello che in piena calura estiva, appena prima della chiusura dei lavori del consiglio comunale, ha fatto arrabbiare Matteo Rosso, consigliere comunale di Forza Italia, è il contributo di quasi 414mila euro al «Fondo nazionale richiedenti asilo e rifugiati» che l’amministrazione di Palazzo Tursi ha incassato dallo Stato e si prepara a inserire a bilancio.
«E poi - sbotta Rosso, inesorabile censore degli sprechi della pubblica amministrazione - hanno il coraggio di dire che lo Stato non dà niente alla periferia! Ma non voglio cavarmela - insiste l’esponente della squadra azzurra - con una battuta, o una critica generica. Il problema è molto serio: l’assessore Luigi Liccardo ha sottoposto al consiglio una serie di voci di entrata nelle casse comunali che si presta, a dir poco, a parecchie interpretazioni, e richiede altrettanti chiarimenti. E invece, niente: i finanziamenti sono passati praticamente in sordina. Noi di Forza Italia, comunque, abbiamo chiesto che se ne riparli alla ripresa dei lavori - conclude Rosso, da pochi mesi spina nel fianco della maggioranza di sinistra anche in consiglio regionale -. E auspichiamo che ogni contributo, pur legittimo, per carità, venga approfondito come merita».
Non è bello, per qualsiasi rappresentante dei cittadini nella Sala rossa, e per gli stessi cittadini genovesi, ignorare, ad esempio, i dettagli di un «trasferimento dallo Stato per progetti di assistenza e integrazione sociale, immigrazione e condizione dello straniero» che ammonta a 204mila euro, o le caratteristiche del finanziamento di 28mila euro alle «Pari opportunità» e ai «Cantieri adulti» (che fa presumere l’esistenza di cantieri giovanili...). E non è bello sapere poco o nulla, pur dovendo votarlo, di un intrigante «Trasferimento dalla Regione per progetto Sic Point-Punto divulgazione siti di interesse comunitario in Liguria» che si «beve» 139mila euro. «I Point, attenzione, non si fermano qui - insiste Rosso, accalorandosi ben oltre i limiti della temperatura esterna -. Abbiamo anche un Info-Point Europa che usufruisce di un contributo di 24mila euro. Sarebbe anche interessante sapere se e come dobbiamo ringraziare la Provincia di Pisa per il trasferimento di 70mila euro dalla città della Torre pendente a quella della Lanterna per il progetto Emergendo, probabilmente ispirato all’esperienza locale sull’inesorabile sprofondamento dei monumenti». L’elenco dei contributi inseriti nella «Nota di variazione ai documenti previsionali e programmatici 2005-2007» va oltre, e comprende - cogliendo fior da fiore - il contributo di 335mila euro dell’Amt «finalizzato al Piano urbano mobilità». Come dire: quello che entra dalla porta, ma è già uscito dalla finestra. «Per fortuna - sottolinea ancora Rosso, particolarmente tagliente - che c’è un po’ di spazio per cultura e società. A Piano regolatore sociale e mostre, infatti, vengono assegnati i 2 milioni e mezzo di euro provenienti dalle Fondazioni. Tutto bene, purché questi soldi, poi, vengano spesi come si deve. Discorso analogo per i 150mila euro destinati dalla Compagnia San Paolo per lo studio e la valorizzazione culturale e turistica di Genova e del suo territorio, o per i 45mila euro che arrivano direttamente dai gestori di telefonia mobile per la realizzazione di iniziative in campo ambientale. Su tutto questo, - promette Matteo Rosso - vigileremo a fondo. La pausa estiva non può servire come alibi.

E i cittadini genovesi, non dimentichiamolo, hanno sempre il diritto di sapere come vengono impiegati i soldi pubblici, anche, ovviamente, se questi soldi arrivano da enti pubblici e privati, istituzioni o Stato, e possono contribuire alla crescita e allo sviluppo della città».

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