Cinzia Romani
da Roma
Con la camicia celeste dordinanza, gli occhiali dalla montatura rossa, tipici degli impiegati appena appena su di tono e la cravatta blu ordinaria, John Turturro non pare un regista di culto, stando ai cinefili addirittura irriverente. E neanche un attore di grido, che ha vinto il premio come miglior interprete a Cannes e il David di Donatello per Barton Fink, dei fratelli Coen, registi e produttori con i quali questo cineasta e sceneggiatore newyorchese classe 1957 collabora da un pezzo. Ma quando apre bocca per spiegare il percome e il perché del suo divertente musical Romance & Cigarettes (da domani nelle sale), che lui, però, si affretta a chiamare «una commedia umana», capisci che la sua acuminata modernità lo tira fuori dalla dozzina. Se poi ci metti che la madre Caterina viene da Aragona (a metà strada tra Agrigento e Palermo) hai fatto la quadra: alcuni luoghi arricchiscono il genius. Tantè vero che a Napoli, dove questinverno Turturro ha tenuto banco al «Mercadante», con la regia teatrale di Questi fantasmi (di Eduardo De Filippo), lui ci tornerà.
Il suo musical si snoda sulle canzoni di autori celebri, da James Brown a Bruce Springsteen: qual è il suo rapporto con la musica, dorso della sua dissacrante commedia?
«Sono cresciuto al Queens, quartiere povero di New York. Soldi per viaggiare, non ce nerano. Allora cantavi. Da tempo volevo dirigere qualcosa, dove gli attori cantassero come sotto la doccia».
In effetti, James Gandolfini, Susan Sarandon e Kate Winslet, qui protagonisti, cantano a squarciagola, senza curarsi troppo delleffetto finale...
«Il mio film è come la vita: non sempre cè un tono continuo e costante. Come le nostre giornate sono sempre diverse, così mi diverto a fare il giocoliere: le palline devono sempre restare sospese. Perciò, nel mio film, cè unatmosfera da circo».
A quali musical si è ispirato?
«Volevo una storia damore, con elementi musicali, non un musical normale. Conoscevo, di simili, solo West Side Story e Tommy. Ma il felliniano Le notti di Cabiria, con la sua atmosfera circense, mi ha influenzato parecchio».
Ripeterà lesperienza della regia teatrale, lei che ha pure recitato Beckett e Brecht, ricevendo una nomination al Drama Desk Award per linterpretazione di Anime di Napoli, ancora di Eduardo?
«Spero di sì. Mi sento vicino alla sensibilità di Eduardo, per via delle mie radici italiane. Certo, ho avuto problemi di traduzione. E altri me ne aspetto per la mia prossima resa cinematografica di Questi fantasmi. Sto trattando con Luca De Filippo, anche perché vorrei girare un vero e proprio film, più che adattare la commedia».
Romance & Cigarettes insiste sul sesso,come nella scena in cui la Sarandon canta nella chiesa di «Gesù, consolatore delle Pie Donne», col montaggio parallelo di scene esplicite: siamo dalle parti della blasfemia, così di moda, vedi Il Codice da Vinci?
«È la solita, vecchia storia della carne e dello spirito. Nella vita cè losceno e il tenero: vale per tutti, anche per i preti, che a volte hanno problemi. Volevo vedere come coesistono queste cose. Lessere umano è un animale: questa è la cosa interessante! Mi sento affine a Buñuel: ateo, ma cattolico. Molto cattolico. Come me».
Oltre a portare sullo schermo Questi fantasmi, ha altri progetti?
«Ho appena finito dinterpretare The good Shepherd, film sulla Guerra Fredda, diretto da Bob De Niro.
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