nostro inviato a Bari
Nel palazzo di giustizia, un orribile casermone abusivo e sotto sequestro, li chiamano «i quattro dellAve Maria». Sono i magistrati che formano il pool di indagine sulla pubblica amministrazione: il procuratore aggiunto Marco Dinapoli, coordinatore del gruppo, Roberto Rossi, Renato Nitti, Lorenzo Nicastro. Hanno loro in mano la clamorosa inchiesta scattata nel 2002 su Fitto, Angelucci, monsignor Ruppi e altre 20 persone. Ma i quattro avevano puntato i riflettori sulla regione già un anno prima. Il governatore azzurro era stato eletto da pochi mesi e il pool (che parallelamente ha condotto anche altre inchieste sui «colletti bianchi», da Punta Perotti alla Conad) aveva già aperto un fascicolo.
In cinque anni la giunta regionale di centrodestra ha subito sette indagini, quasi tutte riguardanti il settore della sanità, tutte avvolte da grande clamore, nessuna però ancora giunta alla sentenza definitiva. Le investigazioni partirono dall'inchiesta sulla cosiddetta truffa all'Inpdap (l'Istituto di previdenza dei dipendenti pubblici) relativa a un appalto per la gestione delle pulizie, un caso concluso con quattro condanne di primo grado che in appello si sono trasformate in patteggiamenti. Tra le carte dellistituto spuntò il nome di una cooperativa destinata a comparire più volte tra le indagini della magistratura barese, La Fiorita.
È proprio questa coop di pulizie, guidata dai fratelli Piero e Dario Maniglia, che consentì al pool di Dinapoli di occuparsi dellamministrazione Fitto. La Regione Puglia, infatti, aveva affidato i servizi di pulizia nelle aziende sanitarie della regione quasi completamente ai Maniglia. Poi è stata la volta della gestione delle mense ospedaliere, quando furono indagati i responsabili della coop Cascina.
Altra inchiesta è quella su presunte irregolarità nellorganizzazione di corsi per la formazione professionale, nellambito della quale finì in carcere l'ex assessore regionale Andrea Silvestri (Udc), avvocato, arrestato il 20 aprile 2004 e scarcerato il 6 ottobre successivo con laccusa di peculato, truffa, falso e concussione. Silvestri ricevette uninformazione di garanzia anche per unaltra vicenda, unipotesi di truffa aggravata in relazione ai contributi concessi ad alcune cooperative agricole e di servizi.
La procura ha poi indagato su due appalti allo Iacp, listituto delle case popolari, i cui vertici erano considerati vicini a Fitto.
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