Tutte pazze per George davanti al Campidoglio

Urla e cori da stadio hanno animato, ieri, la piazza del Campidoglio assediata da centinaia di persone. Ma, stavolta, a scatenare il delirio della folla non sono state le proteste dei cittadini contro l’amministrazione capitolina. Il motivo di tanto clamore è stato solo uno: George Clooney. Fan scatenate e schiamazzanti di ogni età, munite di macchina fotografica e telefonino cellulare con fotocamera, hanno atteso per ore l’arrivo dell’attore hollywoodiano, nella capitale per un riconoscimento che va ben oltre la promozione di un film. In occasione dell’VIII Summit mondiale dei premi Nobel della pace, promosso dalla fondazione di Mikhail Gorbaciov, i nobel e il sindaco Walter Veltroni hanno, infatti, conferito al divo quarantasettenne e al suo collega Don Cheadle il «Peace Summit Award 2007», per l’impegno «come uomini di pace, per il loro prodigarsi in favore della pacificazione nella tormentata regione del Darfur e per aver contribuito a salvare vite umane e ad alleviare le sofferenze delle popolazioni civili vittime della guerra». E l’entusiasmo delle ammiratrici si è acceso ancora di più, fino a esplodere in applausi scroscianti, quando la star internazionale si è affacciata dal balcone dell’aula Giulio Cesare per salutarle con un italiano incerto. «Seguo George dai tempi della serie televisiva E.R.

- Medici in prima linea - ha raccontato un’estimatrice di Clooney - e il fatto che sia contraddistinto per la difesa dei diritti umani e per la diffusione dei valori di pace e solidarietà nel mondo, non solo gli fa onore, ma gli regala ancora più carisma». In effetti il premio conferito a Clooney è la dimostrazione lampante di come il divo americano non sia solo un sex symbol che fa battere il cuore a ogni donna, ma anche un attore impegnato. Insomma, non solo spot.

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