Cronache

Tutte le proposte di legge per cambiare le regole del voto di onorevoli e senatori liguri

C’è chi, nella schiera dei politici liguri eletti in parlamento, a proporre la riforma della legge elettorale in senso proporzionale aveva già pensato da tempo: Egidio Pedrini, ad esempio, senatore del Gruppo per le autonomie, che il 10 settembre del 2002 aveva presentato un articolato disegno di legge sulle «nuove norme per l’elezione della Camera dei deputati», con tanti punti in comune - si può parlare legittimamente di autentica primogenitura - rispetto all’attuale bozza di riforma messa a punto dagli esperti del centrodestra. Il disegno di legge numero 1693/2002, 8 articoli in tutto, parte infatti dalla considerazione dell’«esigenza di assicurare la stabilità dell’esecutivo», mirando comunque «a consentire agli elettori una scelta politica non equivoca, come avviene attualmente - sosteneva e sostiene ancora Pedrini - per il fatto che nei collegi uninominali si possono votare soltanto le coalizioni, secondo il principio cardine del maggioritario che esige che si compia la scelta meno lontana dai propri convincimenti, in luogo del principio cardine del proporzionale che vuole che si voti per l’espressione politica più consona al proprio sentire».
Su queste basi, il senatore del Gruppo per le autonomie propone, fra l’altro, che «le liste concorrenti all’elezione partecipino all’attribuzione dei seggi qualora abbiano conseguito almeno il 4 per cento dei voti validi espressi da tutti gli elettori», analogamente allo sbarramento inserito nell’attuale progetto di legge di riforma. Non basta: il disegno di legge prende in esame anche l’ipotesi-apparentamento. All’atto della presentazione dei contrassegni dei partiti o dei gruppi politici organizzati - è scritto nel testo - è «data facoltà a due o più liste di dichiarare il proprio apparentamento per concorrere all’attribuzione dei seggi». Inoltre, «alla lista o alle liste apparentate che abbiano superato almeno il 40 per cento dei voti validamente espressi è attribuito, in aggiunta a quelli conquistati su base proporzionale, un numero di seggi pari alla differenza tra il numero dei voti attribuiti e il totale di 335 seggi, corrispondente alla maggioranza assoluta della Camera (che ha in totale 630 seggi) più 19 deputati». Seguono una serie di disposizioni dettagliate sulle modalità di conteggio dei suffragi elettorali.
All’iniziativa di Pedrini si aggiungono altre sette iniziative parlamentari, presentate nel corso della quattordicesima legislatura repubblicana, che riguardano la riforma della legge elettorale e vedono come proponenti o cofirmatari alcuni deputati e senatori liguri. In particolare, in ordine cronologico di presentazione, è stata discussa la proposta - numero 1465 - dell’onorevole Giovanna Melandri (Ds) che ha avuto la firma di adesione da parte della genovese, collega di partito, Roberta Pinotti e di una trentina di altri parlamentari. L’iniziativa riguarda la «modifica dell’articolo 14 del testo unico delle leggi per l’elezione della Camera», secondo il testo presentato il 1° agosto 2001 e assegnato alla commissione Affari costituzionali, e lì tuttora fermo. Identica sorte in commissione è toccata alla proposta numero 1489 inoltrata dal senatore Massimo Villone (Ds) di cui sono firmatari, fra gli altri, Aleandro Longhi (Ds) e lo stesso Egidio Pedrini: il titolo recita testualmente «Riforma delle norme sulla elezione della Camera dei deputati» e recepisce alcune delle istanze poi contenute in dettaglio nel disegno di legge organico del senatore ligure del Gruppo per le autonomie.
Molto dibattuto, al contrario, dall’epoca della presentazione, l’«Atto del Senato» numero 2320 dell’11 giugno 2003, dovuto all’iniziativa di Nicola Mancino (Margherita) cui si sono associati, fra gli altri, Nando Dalla Chiesa. Da allora - come testimoniamo le relative 39 pagine di testo che si ricavano dal sito internet del parlamento - la «modifica degli articoli 55, 56, 57, 60, 61, 70, 94 e 135 della Costituzione in materia di Parlamento, Senato federale, numero dei deputati e modalità di elezione della Corte costituzionale» è stata caratterizzata da successivi passaggi in commissione, con vari interventi, compresi quelli di ministri. Si è interessato di riforma elettorale anche il deputato di Forza Italia Eolo Parodi, che risulta cofirmatario dell’atto della Camera numero 3560, del 21 gennaio 2003, «Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera, in materia di abolizione dello scorporo», presentato dal collega azzurro Antonino Gazzara. Anche questa iniziativa ha avuto una serie di passaggi di approfondimento in commissione. Unico proponente dell’atto della Camera 3659 del 6 febbraio 2003 risulta il socialista Ugo Intini che si è dedicato alle «Disposizioni in materia di forma di governo e di elezione diretta del presidente del consiglio dei ministri». Moltissimi cofirmatari, fra cui le «liguri» Grazia Labate e Roberta Pinotti, ha ottenuto invece la proposta numero 3985 degli onorevoli Elena Montecchi e Sesa Amici, entrambi diessini, che hanno approfondito i temi della «modifica dell’articolo 4 del testo unico delle leggi per l’elezione della Camera, in materia di promozione delle pari opportunità fra candidate e candidati».

Più recente - 10 febbraio di quest’anno - l’iniziativa dell’onorevole Domenico Benedetti Valentini (An) per le «modifiche al testo unico delle leggi per l’elezione della camera, per l’introduzione del voto congiunto uninominale-proporzionale e dello scorporo» che ha avuto l’adesione come cofirmatario di Giorgio Bornacin ed è tuttora in corso di esame in commissione.

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