da Milano
Dai che quasi ci siamo. La settimana prossima saranno annunciati i giovani in gara al Festival di Sanremo numero cinquantotto. E tra circa un mese, a Domenica in, Pippo Baudo reciterà da mattatore l’elenco completo dei Big che si giocheranno la vittoria nelle cinque puntate dell’evento tv dell’anno (stavolta dal 25 febbraio al primo marzo). Perciò immaginatevi in queste settimane che putiferio intorno a Sua Pippità, impegnato con le commissioni artistiche a scegliere i (massimo) venti campioni e i «10 o più» debuttanti tra le centinaia che in questi mesi si sono proposti. Naturalmente non c’è ancora un elenco completo ma il cerchio si sta stringendo per quello che, a occhio e croce, sembra delinearsi come un Festival di grandi ritorni e di duetti, legato a doppio filo (più del solito) con la tradizione, come testimonia anche la scelta delle due vallette, pardon co-conduttrici, rigorosamente biondonere, Bianca Guaccero e Andrea Osvart.
Dunque i cantanti.
In pole position sembrano Anna Tatangelo, che potrebbe addirittura presentarsi all’Ariston con Gigi D’Alessio, in un duetto golosissimo per i rotocalchi, oltre che per le classifiche. E poi Irene Grandi, che prova il lancio definitivo tra le nostre chanteuse e magari si ritroverà a fare i conti con Patty Pravo, annunciata in gara da anni ma forse stavolta davvero presente. Chi è lì lì per andare - e dicono che a Baudo piacerebbe molto - è Manuela Villa, anche lei a cavallo tra rotocalchi, reality show e canzoni. Ha vinto l’Isola dei Famosi, è il suo momento e il brano avrebbe una forte impostazione melodica ideale per il Festival, dove tra l’altro proprio Pippo annunciò la morte del padre Claudio. Uno che lo conosceva bene è Peppino Di Capri, il «rieccolo» del Festival che potrebbe festeggiare lì (in gara o come super ospite) il mezzo secolo di carriera. Molti meno sono gli anni di militanza dei Matia Bazar, pronti per l’ennesima volta a giocarsi la carta sanremese. Chi invece sarebbe una sorpresa è Eugenio Finardi, che a Sanremo è andato nel ’99 con la futuribile (e trascurata) Amami Lara e ora ci riprova con un brano meno ardito. E così farebbero l’indecisa Paola Turci, la resuscitata Mietta e la desaparecida Gerardina Trovato, tutte vicine a entrare nell’elenco finale ma molto discrete nelle loro speranze, mica come Loredana Bertè che per farsi accettare in gara il mese scorso ha addirittura minacciato il suicidio a Roma ma non ha ancora avuto conferme. Perché questo è spesso il bivio del Festival: o clamore o morte (artistica, per carità). Certo, c’è chi, come Lino Banfi, dicono abbia presentato un brano all’attenzione di Pippo: ma per lui, che cantante non è (a parte uno spassoso monologo cantato in Fracchia la belva umana dell’81), sarebbe più che altro un divertissement. Invece per molti, come ha ammesso l’altro giorno Ron, anche nell’era degli Mp3 e di YouTube per i cantanti il Festival «è l’unica manifestazione in Italia che amplifica il lavoro che stai facendo». E, tanto per rimanere negli anni recenti, gli Zero Assoluto o i Negramaro lo dimostrano: biglietto di andata da sconosciuti o quasi. E biglietto di ritorno da rivelazioni. Ma il Festival di Sanremo, che Baudo segue con una dedizione assoluta e un impegno che ce ne fosse altrettanto nelle nuove generazioni, è anche un forte ricostituente per carriere svogliate o momentaneamente senza slanci. E perciò quest’anno ci provano - almeno a sentire le indiscrezioni - anche Niccolò Fabi, Max Gazzè e persino Pacifico, autore superbo di brani altrui ma qualche volta trascurato come interprete. Comunque vedremo, manca poco. Invece per i cosiddetti superospiti c’è ancora tempo.
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