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Tutti bomber ignoti La rivoluzione in area di rigore

Da Riganò a Corini, la classifica cannonieri è dominata da giocatori sconosciuti fino a ieri o riciclati in attesa di pensione. Succede anche in Germania, Spagna, Inghilterra e Francia: colpa dei mondiali

Claudio De Carli

Cristiano Lucarelli è a quota due, Inzaghi ne ha fatto uno, Bierhoff ha smesso, Amoroso dopo la rescissione del contratto con il Milan è tornato in Brasile, Shevchenko manca, Trezeguet è in serie B, Dario Hubner attualmente milita nel Rodengo Saiano, formazione del girone C della serie D, Vieri è in A ma ancora non lo sa nessuno: sono i capocannonieri delle ultime dieci stagioni di serie A, i drop out del nostro calcio, i persi per strada, solo per qualcuno ci sono tenui probabilità di rientrare. Al loro posto Riganò, Doni, Amauri, Corini, Budan, Bianchi e Frick, un manipolo leggendario e quasi a costo zero che guida dopo un quarto abbondante di campionato la classifica dei bomber. Reggono solo Hernan Crespo, capocannoniere nella stagione 2000/01 con 26 gol e maglia della Lazio, e Luca Toni, 31 reti la scorsa stagione.
Ma fra i primi mancano anche Totti, Montella, Adriano, Gilardino, Flachi, Oliveira, Bazzani, Iaquinta, Di Natale, Bonazzoli e Ibrahimovic, magari non esattamente delle prime punte, ma gente che ci aveva abituato bene e pagata soprattutto per fare gol. Tutti calciatori non esattamente a buon mercato rispetto a chi sta loro davanti in classifica cannonieri, esclusi Rolando Bianchi e Carvalho de Oliveira Amauri, ingaggi sul milione l’anno, 4 milioni circa per il cartellino della promessa azzurra della Reggina, almeno 25 quelli che Zamparini è pronto a chiedere per il brasiliano pagato 7,5 milioni al Chievo più Godeas valutato 2 milioni. Ma gli altri attuali bomber della serie A sono decisamente su livelli più bassi. Riganò? Per il suo allenatore Bruno Giordano al momento è il miglior bomber in circolazione e meriterebbe una chiamata in azzurro. In realtà il 32enne di Lipari ha una valutazione che onestamente non supera gli 800mila euro. Eugenio Corini, a metà strada fra ferrovecchio e supercervello del nostro calcio, non ha praticamente mercato dopo il suo ultimo passaggio dal Chievo al Palermo, quando lascia l’isola, lascia probabilmente il pallone. Cristiano Doni ha vissuto la sua miglior stagione nel 2001/02, 16 reti in A che gli sono valse addirittura la chiamata per il mondiale nippocoreano, è arrivato all’Atalanta a costo zero dopo essersi svincolato dal Maiorca, 33 anni, un milione di euro se lascia Bergamo e se trova l’amatore. Il croato Igor Budan non arriva al milione di euro per il suo cartellino, ma il vertice basso del gruppo è rappresentato da Mario Frick, un attaccante che non ha mai messo troppa paura neppure quando giocava nella Super league Svizzera con Basilea e Zurigo. Il Siena lo ha pagato 150mila euro, ha 32 anni, se arriva qualcuno e stacca un assegno da 500mila euro, il presidentissimo De Luca gli prepara personalmente le valigie e gli fa da chauffeur fino alla stazione.
Cosa è successo ai grandi bomber può essere spiegato solo con il post mondiale, un evento che nel calcio lascia più danni di uno Tsunami, fra i primi non ce n’è uno presente in Germania, all’estero medesima situazione. In Inghilterra la classifica cannonieri è guidata dal vecchio Nwankwo Kanu, e verrebbe da chiedersi dove siano finiti i vari Wayne Rooney, Peter Crouch e il talentino, ma forse lo era solo per Eriksson, Theo Walcott. In Premie league ci sarebbe poi anche un certo Therry Henry in compagnia di Didier Drogba, giusto per fare due nomi. Un altro ivoriano è invece in testa alla classifica cannonieri francese, è Dindane del Lens, altro semisconosciuto come il serbo Marco Pantelic dell’Hertha Berlino, primo bomber della Bundesliga che si è messo alle spalle Miroslav Klose e Lukas Podolski. In Spagna il gotha degli attaccanti di Real Madrid, Barcellona e Valencia è messo in riga da Diego Milito, Real Saragozza, ex Genoa, uno che nella stagione 2004-2005 fece 21 gol in 39 partite di B, argentino, 26 anni, un attaccante che il nostro campionato non doveva lasciar partire e oggi può valere tranquillamente una ventina di milioni di euro. Con lui Frederic Kanoutè del Siviglia.

Dove sono finiti i bomber col nome importante? In area, è lì che bisogna andare per trovarli, qualcuno stanco e pieno di medaglie è ancora lì che gira in cerca di una preda, come Edmundo che domenica ha segnato con il Palmeiras il suo 135° gol nel campionato brasiliano, animale era e animale è rimasto.

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