E adesso eccoli lì, parastinchi e salvagomiti tutti pronti alla lotta. La legge elettorale che, salvo remoti colpi di scena, cambierà le regole del gioco, ha messo tutti in ambascia ancor prima di essere approvata. Scomparsi i collegi uninominali e introdotte le liste bloccate di candidati, tutti cercano di accaparrarsi un posto, anzi il primo posto, al massimo il secondo o il terzo, che gli altri è difficile che passino.
Così, càpita che nella Margherita sia già iniziata la guerra interna, tutti in corsa dal segretario regionale Rosario Monteleone allex consigliere regionale Romolo Benvenuti, ma pare che Massimiliano Costa il vicepresidente della Regione abbia promesso un buon piazzamento a Beppe Fioroni e poi chissà che vuol fare Pippo Rossetti che da un po se ne sta in disparte.
Cè poi chi, come Aldo Praticò di An, dopo aver visto sfumare il sogno di entrare nella Sala verde di via Fieschi lancia una proposta «non per me ma per una questione di democrazia nel partito»: coinvolgere la base, moltiplicarla per laltezza, fare diviso due e vedere il risultato. Tradotto dal «pratichese»: primarie fra gli iscritti per la scelta dei candidati. Perché, insomma, chi lha detto che ci devono andare sempre i soliti noti, in Parlamento? In gara ci sono il deputato Giorgio Bornacin, il segretario regionale Eugenio Minasso, lex assessore regionale Giacomo Gatti e cè chi tifa per il capogruppo in Regione Gianni Plinio.
In questi giorni di trambusto uno solo sorride.
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