Tutti contro il governo, ma il Carlo Felice è l’unico teatro che domani andrà in scena

Tutti contro il governo, ma il Carlo Felice è l’unico teatro che domani andrà in scena

(...) Il Comune di Genova non ha i soldi per assistere i bambini bisognosi, ma si mette subito in prima fila per organizzare (e pagare) una causa, una class action livello nazionale, contro il governo che dichiara illegittimi i vari registri sul testamento biologico.
La Regione Liguria sta facendo di tutto per dire che Trenitalia certamente ridurrà il numero dei treni per colpa del governo. Così come se i genovesi troveranno meno autobus sapranno con chi prendersela. Ovviamente non con chi ha prodotto in questi anni un disavanzo spaventoso nonostante tutte le iniezioni di denaro pubblico. E ancor più ovviamente la Regione si guarda bene dal dire che se dopodomani i genovesi non troveranno un solo autobus per strada, la colpa è tutta e solo dell’assessore Enrico Vesco, che ha abbandonato la trattativa con i sindacati in preda a uno scatto di nervi. Non che, in questa situazione, possano avere troppe ragioni quanti chiedono il ritocco degli stipendi, ma che la responsabilità dello sciopero sia tutta del rappresentante della regione lo hanno detto chiaro e tondo gli stessi sindacati.
Senza contare che Amt è tra le società partecipate del Comune che ieri trionfalmente annunciavano il sostegno al Carlo Felice con 150mila euro tirati fuori, chissà come, dai loro bilanci. E poi cosa facciamo? Un concerto del Carlo Felice per raccogliere fondi per l’Amt? No, il concerto il Carlo Felice domani sera lo fa per davvero. Diretto da Zubin Metha, che offre gratuitamente la sua bacchetta, per aiutare a salvare il teatro genovese. La notizia sta proprio nel fatto che il concerto si terrà. Sì, perché quello del Carlo Felice sarà l’unico spettacolo in Italia, visto che il mondo dello spettacolo ha dichiarato lo sciopero generale, ovviamente per i soliti tagli del governo. A Genova no, a Genova si suonerà. Il comunicato dei sindacati dice che sarà un’eccezione proprio per salvare il primo teatro colpito dal governo. Un concetto che non regge alla prova dei fatti, visto che gli stessi enti locali genovesi sanno come il dramma del Carlo Felice sia stato provocato dalla gestione sciagurata di anni passati e come anzi sia stato necessario l’intervento del ministro Bondi per dare il via libera a quella che oggi resta l’unica strada percorribile per salvare la baracca. I soldi per lo spettacolo, insomma, si trovano.

Sempre che sia uno spettacolo che fa comodo. Basti pensare alla Regione Liguria, che ora anche ufficialmente, ha deciso di negare il contributo al Festival di Sanremo. Dalla stessa cassa sono però usciti i dolsi per sostenere il Premio Tenco.

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