In vista degli scontri con le forze dell’ordine i giovani dei centri sociali hanno pensato bene di scaldare i muscoli picchiandosi a sangue. All’inizio della manifestazione degli studenti, «Cantierini» e «Corsari» sono venuti alle mani per conquistare il centro del corteo e poterlo meglio dirigere. Fumogeni in faccia, calci, pugni e colpi di casco. Qualche testa rotta, poi via per le strade della città, per bloccare il traffico e azzuffarsi con polizia e carabinieri.
Appuntamento in Cairoli alle 9 per protestare contro le banche, la finanza e il nuovo governo di Mario Monti. In piazza tra le 2.500 e le 3.000 persone, tra sindacati di base, collettivi studenteschi e centri sociali. In particolare «Cantiere» e «Corsari» che negli ultimi tempi si stanno confrontando con durezza per prendere il monopolio della protesta. E ieri la tensione è nuovamente sfociata in scontro fisico. In via Cusani i «Corsari» cercano di infilarsi tra il «Cantiere» e il resto del corteo, per poi guidarlo agevolmente, e volano subito le botte, con bengala sparati pericolosamente in faccia. Alla fine un paio di ragazzi perdono sangue dal volto, poi tutto si placa e si riprende a marciare, rigorosamente divisi, anche negli obiettivi, lungo via Broletto, Missori, corso Italia.
I tafferugli sono forse giunti un po’ inattesi poiché, dopo la vittoria di Giuliano Pisapia, i vari gruppi avevano firmato una sorta di «pax sociale» che prevedeva iniziative spontanee di vario tipo ma niente violenza. Impegno ieri rispettato dai «disobbedienti» del Cantiere ma non dai «Corsari», area autonomia, che da giorni avevano annunciato di voler uscire dal percorso per puntare alla Bocconi di cui è presidente Mario Monti. Così in via Molino delle Armi le loro strade, fisicamente e politicamente, si dividono.
Mentre «Cantierini», sindacati e altre sigle piegano a sinistra, gli «irriducibili» puntano diritti verso le forze dell’ordine che bloccano corso Italia. I «Corsari» si lanciano contro gli agenti, rimediano un po’ di manganellate e si ritirano prontamente. Sfondare era impensabile per cui solo il desiderio di prendersi la scena, poteva giustificare la scelta suicida. L’assalto si ripete poi qualche metro più avanti quando viene tentato un secondo sfondamento in corso di Porta Romana, con pronta replica di randellate. Nel parapiglia un fotografo del Fatto rimedia un bengala in faccia e un taglio sotto l’occhio. La mischia si placa per qualche minuto per poi riaccendersi quando un «corsaro» tenta di strappare la telecamera a un agente della scientifica. Ma alla fine, dopo ben due scontri, gli «irriducibili» possono dire di aver avuto il loro momento di gloria e uno spicchio di cronaca in più sui giornali. Quindi sempre urlando contro il mondo concludono la passeggiata in piazza Fontana con un’assemblea all’aria aperta.
Nel frattempo i più pacifici «cantierini» proseguivano lungo il percorso indicato, puntando gli uffici della Cattolica di via De Amicis. Non prima di aver «sanzionato» la filiale Unicredit di Corso Italia, bersagliata con uova e riempita di «V» per vendetta tracciate con la vernice.
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