E allora le soluzioni ai problemi arriveranno da un pool di cinque responsabili - indicati da Biasotti e suggeriti dai partiti della coalizione - che sintetizzeranno quanto emerso dagli stati generali di Varazze a proposito di lavoro e servizi alla persona. «Il mio avversario ha portato avanti una politica clientelare e inconcludente - incalza il rappresentante del centrodestra - E daltra parte era inevitabile visto che tiene insieme una coalizione che va dai marxisti-leninisti e dagli ambientalisti più ottusi, fino ai moderati di centro. E quindi non riesce a decidere nulla. Il centrodestra invece discute, si confronta, ma non si spacca mai su argomenti del programma».
Ma per Biasotti che si dice «arricchito dallesperienza» fatta a Roma e soprattutto «ancora più motivato rispetto alla sua candidatura espressa proprio a Varazze il 28 febbraio scorso», si tratta ora di fare i conti anche con problemi pratici. Primo fra tutti la compilazione delle liste. «Non voglio entraci minimamente - spiega - Non vorrei fare una scortesia a qualcuno e una cortesia a qualcun altro. Lascio fare tutto ai partiti che mi appoggiano, ho collaboratori esperti e fidati. Ho posto solo una condizione e la coalizione me lha accolta: voglio in lista solamente persone che possono vincere, che possono essere elette. Non voglio giochetti con candidature deboli per consentire la vittoria di uno o più candidati. Tutti devono aspirare a passare».
Inevitabile un accenno alla cosiddetta «lista del presidente». «Ci sarà almeno una lista civica, di certo non ce ne saranno tante per non fare confusione - assicura Biasotti - Ma servirà per accogliere quelle persone che non si identificano nel Pdl o in uno degli altri partiti che mi sostengono. Deve essere la casa per i tanti scontenti, e credetemi che sono tanti, pentiti di aver votato a sinistra. Ma tutti i consiglieri regionali uscenti troveranno posto nella lista del Pdl, non in quella civica». Biasotti assicura di non essere turbato dalla scelta di campo dellUdc: «Se saranno con noi saremo molto contenti, abbiamo già lavorato 5 anni insieme, conosco Casini e lui conosce me - replica il candidato presidente - Non gli devo mandare alcun messaggio, perché sa che abbiamo una certa identità di programmi e ci ispiriamo ai valori cristiani. Cosa che non credo possa ritrovare in unalleanza con la sinistra radicale». Le voci di possibili «terremoti» nelle candidature per le regioni del Nord non lo sfiorano.
Diego Pistacchi
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