Tutti i compagni sull’arca di Pisapia ma per i sondaggi non c’è speranza

Il candidato mette insieme nella sua alleanza tutti i possibili «cespugli» della sinistra. Imbarazzo e gaffe per il caso dell’alloggio scontato del Trivulzio: «Ora onestà»

Di certo c’è che quella che appoggia Giuliano Pisapia è una coalizione attenta al problema della casa. Per ora delle loro. Quelle della compagna del candidato sindaco ottenuta a Porta Romana a prezzo stracciato dal Pio Albergo Trivulzio e del capogruppo in consiglio comunale dei Verdi Enrico Fedrighini strappata low cost al Policlinico. Ed è curioso che a difenderli, per amor di coalizione e forse soprattutto in odio al centrodestra che a Milano ormai vince da lustri, si stia spendendo Daniele Farina. Coordinatore milanese di Sel (Sinistra ecologia e libertà) e storico portavoce del Leoncavallo, regno di giovani che per trovare una casa non hanno mai avuto sconti. Meno d’accordo Antonello Patta, segretario milanese della Federazione della sinistra (sì, esiste anche lei) e autore ieri, durante la presentazione del programma della coalizione che appoggerà Pisapia, di un’irresistibile gaffe. «Dobbiamo assolutamente - se n’è uscito bel bello - riportare trasparenza e onestà nella gestione del Trivulzio». Pisapia non batte ciglio. Gelo in sala dove tutti, pensando alla compagna di Pisapia, si danno di gomito.
E, intanto, i sondaggi crollano. La prova che non sempre l’unione fa la forza. Soprattutto a sinistra e se il risultato è un’armata brancaleone pronta a sfarinarsi al primo urto. Che «la più ampia coalizione che la sinistra abbia avuto a Milano negli ultimi vent’anni», come racconta orgoglioso il candidato Giuliano Pisapia non basterà a farne il sindaco di Milano. Come confermano ancora i sondaggi che lo vedono in pericolosa discesa. Eppure lui ce l’ha messa tutta. Imbarcando tutti i rottami di una sinistra che proprio a Milano e in Lombardia non vede palla da diversi lustri ormai. A bordo della non troppo allegra macchina da guerra è salito (molto controvoglia) il Partito democratico sconfitto alle primarie dall’avvocato spinto dall’ultrasinistra. Posizione che ha fatto mugugnare i cattolici e gli ex della Margherita che questo boccone proprio non vorrebbero mandarlo giù. A rischio l’elettorato moderato, Pisapia ha pensato allora di pascolare tra la sinistra più estrema. Ormai piccole percentuali, ma in tempi di crisi non si butta niente. E così ieri, al lancio della campagna elettorale, il colore più di moda era il rosso. Compresi quelli che, si sa, sono verdi fuori ma vermigli dentro.
Ricapitolando.

Ad appoggiare Pisapia oltre al Partito democratico ci saranno i vendoliani di Sinistra ecologia e libertà, la Federazione della sinistra, i dipietristi dell’Italia dei valori, i Socialisti di Roberto Biscardini, i Radicali, i Verdi e «liste che si rivolgono al civismo». Dura da digerire per un elettore moderato. O cattolico.

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