Il 2009 sarà probabilmente ricordato dai piccoli investitori come uno degli anni più difficili da interpretare, ma si è concluso con le Borse mondiali in buon recupero. La stessa Piazza Affari, indice Ftse all share, ha messo a segno un guadagno prossimo al 20% e rispetto ai minimi di marzo, quando ancora era forte il vento della crisi, cè stato un balzo dell80 per cento. Gli unici investitori che sono riusciti a chiudere il bilancio in attivo sono stati però quelli che sono stati pronti a rischiare, tornando a credere nelle Borse malgrado la débâcle subita nel 2008. Il 2009 è risultato, invece, assai magro di soddisfazioni per quanti hanno prediletto i Bot e gli strumenti monetari. Infatti chi ha rischiato ha strappato anche rendimenti a due cifre, mentre gli altri hanno spesso fatto fatica addirittura a restare sopra allo zero al netto di tasse e costi bancari.
Quando si investe, lunico modo per cercare di evitare perdite difficili da rimediare è però «diversificare». Ecco perché il Giornale ha pensato a questa guida con alcune ricette pratiche per fare fruttare i propri soldi a seconda di quanto si è pronti a rischiare: dai «sicuri» conti remunerati, ai titoli di Stato, ai fondi di investimento e agli Etf; fino ai prodotti più «speculativi» (e quindi pericolosi) che puntano sui Paesi emergenti e allalternativa dei piani di accumulo («Pac»).
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