Tutti noi odiamo aspettare E arriveranno più visitatori

di Se il tempo è denaro, l’opportunità di non sprecare questa particolare risorsa può giustificare anche un onere elevato. Deve essere stata questa considerazione ad avere mosso chi, alla Galleria degli Uffizi, ha pensato d’introdurre un biglietto maggiorato a carico di quanti sono disposti a ciò pur di non dover fare code. E si tratta di una scelta sensata per varie ragioni.
In primo luogo, in tal modo è possibile offrire un migliore servizio a quanti vogliono sostenerne il costo. Il turista americano che passa solo poche ore a Firenze, e che ha investito un mucchio di soldi per il volo, non ha nessun problema a spendere un po’ di più per risparmiare tempo, così da visitare nello stesso giorno pure la Cattedrale o il Battistero. E lo stesso si può dire per una persona avanti con gli anni, che anche se in salute può accettare di pagare qualcosa in più pur di evitare stress. Diversa è la situazione di due giovani fiorentini, che col biglietto «low cost» possono economizzare qualche soldo, chiacchierando amabilmente mentre sono incolonnati davanti al museo.
Per definire tutto ciò, gli economisti usano l'espressione «preferenza temporale»: e certo è vero che un anziano tende ad attribuire maggiore valore al tempo (statisticamente, ha meno vita dinanzi a sé) di quanto non faccia un giovane. Insomma, va preso atto che gli uomini sono diversi nei gusti e nelle opinioni, oltre che per condizioni e situazioni. Con questo biglietto a tariffa differenziata è anche possibile allargare la platea dei visitatori (perché non tutti vogliono stare in fila per ore) e al tempo stesso incrementare gli incassi. In definitiva, si può finanziare meglio questo importante museo, che ha bisogno di risorse per valorizzare il suo immenso patrimonio, ancora troppo spesso - per ragioni di spazio - tenuto nei sotterranei e quindi inaccessibile.
Non ci si stupisca di questo doppio biglietto: uno più costoso (senza coda, o quasi) e uno invece più abbordabile, ma che obbliga a faticose attese. Quanto prima si è detto è solo l’applicazione a tale caso specifico di un tratto caratteristico delle società libere: il fatto, cioè, che ogni scarsità può essere gestita soltanto ricorrendo ai prezzi. Quanto più una risorsa è limitata (pensiamo al petrolio) tanto più deve essere usata con accortezza, evitando inutili sprechi. Ma questo risultato lo si raggiunge facilmente se i prezzi fluttuano e se quindi l’innalzamento del costo del petrolio induce a farne un utilizzo più moderato. Lo spazio degli Uffizi è anch’esso una scarsità e introdurre tariffe differenziate può aiutare a gestire meglio tutto ciò.

Perché, allora, ci si sorprende? Perché tante reazioni negative? La risposta è che l’egualitarismo è uno dei tratti più caratteristici della modernità, uno dei miti che il nostro tempo sembra non riuscire a mettere in discussione: con conseguenze gravi in molte direzioni. Questo «caso» degli Uffici a doppia entrata può essere allora un’occasione per riflettere anche su tutto ciò.

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