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Tutti in piedi il 27 alla Camera: parla il Nobel Elie Weisel e ricorda l'Olocausto

Lo scrittore ebreo rumeno-americano reduce da Auschwitz sarà la quarta personalità esterna a pronunciare un discorso nell'aula di Montecitorio: prima di lui solo Giovanni Paolo II, re Juan Carlos di Spagna e Yasser Arafat (con la pistola alla cintola)

Il primo «corpo estraneo» fu Yasser Arafat, che tra mille polemiche nel 1982 si presentò con la pistola alla cintola e un robusto schieramento di guardaspalle armati. Poi, nel 1998, toccò a Juan Carlos, regnante a Madrid ma nato a Roma. E infine, il 14 novembre 2002, la storica visita di Giovanni Paolo II con il famoso discorso sulla pace. E così, dopo il leader dell'Olp, il sovrano di Spagna e un Papa, sarà un ebreo premio Nobel la prossima personalità esterna alla Camera a prendere la parola nell'aula di Montecitorio. Accadrà il prossimo 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, quando Elie Wiesel, lo scrittore rumeno naturalizzato statunitense e di lingua francese, sopravvissuto all'Olocausto e Nobel per la pace nel 1986, parlerà della tragedia dell'Olocausto a cui è sopravvissuto, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Classe 1928, Elie Wiesel era uno degli ebrei deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Ha scritto le sue memorie e le sue esperienze in numerosi libri, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1986 ed oggi vive negli Stati Uniti, dove è stato insignito della medaglia del Congresso e (da George W. Bush) della medaglia presidenziale della Libertà. Sua madre ed una delle tre sorelle vennero immediatamente «selezionate» dai nazisti come inabili al lavoro ed inviate alle camere a gas. Lui e suo padre vennero invece spediti al campo vicino di Auschwitz III-Monowitz (dove fu alloggiato nella stessa baracca di Primo Levi), un sottocampo dove i deportati erano obbligati a spaccarsi la schiena nel grande complesso chimico Buna Werke. Da lì venne trasferito nel campo di concentramento di Buchenwald, dove il padre, stremato dalle fatiche, morì di dissenteria.
Wiesel, che è stato invitato a Montecitorio dal presidente Gianfranco Fini (che sarà presente, domenica prossima, alla visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma) sarà dunque la quarta persona non membro della Camera dei deputati a parlare nell'aula.

Sempre il prossimo 27 gennaio verrà aperto a Montecitorio un percorso espositivo, che resterà visitabile per alcune settimane, con lettere, oggetti originali, foto e immagini sul campo di concentramento di Auschwitz.

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