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Tutto quello che non torna nella mail "fantasma" a Di Maio

Di Maio si arrampica sugli specchi, parlando di un "equivoco" sulla mail ricevuta dalla Raggi sul caso Muraro

Tutto quello che non torna nella mail "fantasma" a Di Maio

La "vicenda Muraro" diventa sempre più imbarazzante per il Movimento Cinque Stelle. Ai piani alti dei grillini regna il caos. Una cosa è certa: la Raggi sapeva da luglio che l'assessore all'Ambiente Paola Muraro era indagata per le consulenze in Ama e alcuni rapporti intrattenuti con uomini riconducibili a Mafia Capitale e al ras delle discariche, Manlio Cerroni. Resta da capire se anche il Direttorio ne era a conoscenza e soprattutto perché ha tenuto nascosta la notizia. Che fine ha fatto la trasparenza?

La mail della Raggi sull'inchiesta su Muraro

Andiamo con ordine. Ieri alla commissione Ecomafie Virginia Raggi ammette di aver appreso dell'indagine a carico della Muraro già da luglio. E afferma di aver informato Luigi Di Maio. In un primo momento il Direttorio smentisce categoricamente, assicurando di aver mai saputo nulla.

Ma secondo un'indiscrezione del Corriere la Raggi avrebbe in mano la "prova" della sua buona fede: una mail con cui avvertiva Di Maio del procedimento giudiziaro in corso. Data d'invio: 5 agosto. Per diverse ore dalle parti del Movimento non viene commentata la notizia, nemmeno una piccola dichiarazione. Solo alle 16 dal Campidoglio trapela la tiepida informazione secondo cui la Raggi non avrebbe mai spedito la missiva.

Sembra molto strano che i vertici grillini non si siano subito adoperati per smentire la ricostruzione sulla mail. Se non fosse mai arrivata alla casella di posta elettronica di Di Maio, probabilmente il M5S lo avrebbe detto subito. E infatti poco fa, quando era ancora in corso la riunione del Direttorio con il sindaco di Roma, si viene a sapere che la mail è partita e arrivata a destinazione. Ma Di Maio non avrebbe capito di cosa si trattasse.

Tutto quello che non torna sulla mail a Di Maio

Un "malinteso", un "equivoco". In sostanza Di Maio credeva che la mail, arrivata il 5 agosto, riguardasse il "caso Fortini", il numero uno di Ama che il due agosto si era recato in Procura per parlare del caos rifiuti su cui aveva già presentato un esposto nel 2015.

La difesa di Di Maio e del Direttorio appare però poco credibile. E non giustifica del tutto il sindaco Raggi. Secondo sua stessa ammissione, infatti, la Muraro l'avrebbe informata dell'indagine il 18 luglio. Perché la mail è arrivata solo il 5 agosto? E soprattutto, possibile che durante la cena svolta il 2 agosto tra Direttorio e primo cittadino non ne abbiano parlato?

Roberto Fico oggi ha assicurato che a tavola si sia dibattuto di tutt'altro.

Ovvio: mentre l'Italia intera è focalizzata sul caso Muraro, i grillini pensano ad altro.

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