Teodoliti, tacheometri, pantografi e regoli. A pochi, il nome di questi strumenti dirà qualcosa perché luniverso della cartografia e della misurazione del territorio resta misterioso e spesso inaccessibile. Lidea di realizzare una mostra dedicata proprio a questi temi è la sfida lanciata dallAgenzia del Territorio che al Complesso del Vittoriano, fino al 10 gennaio, espone alcuni dei suoi tesori. Non a caso il titolo «Un tesoro ritrovato. Dal rilievo alla rappresentazione», fa riferimento a un patrimonio storico, scientifico e artistico che merita di essere mostrato: reperti archeologici, mappe, atlanti, filmati, documenti e fotografie tracciano un percorso che ruota attorno allAgenzia del Territorio, tra tecnologie moderne e manufatti antichi che raccontano la realtà straordinaria del nostro territorio. «Questa mostra rappresenta la realizzazione di un sogno - ha spiegato Gabriella Alemanno, direttore dellAgenzia del Territorio -. Il sogno mio e dei 10mila uomini e donne che lavorano sul territorio».
Dopo lintroduzione storica che rende conto delle prime operazioni di rilevamento del terreno in Egitto, nellantica Grecia e in epoca romana (tra i reperti più affascinanti, cè anche la «groma», strumento per eccellenza usato dai romani per tracciare gli assi ortogonali, detti decumani), la mostra ricostruisce, in quattro sezioni, una storia complessa e affascinante a partire dalla nascita dei catasti (tra cui quelli «teresiano» e «napoleonico»), giungendo alla formazione del catasto unico a seguito della legge Messedaglia, per arrivare alle tecniche di conservazione delle mappe e alla moderna cartografia catastale. Un percorso importante perché lo studio del catasto e della storia della cartografia consente di seguire passo dopo passo levoluzione economica e il progresso tecnologico delle civiltà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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