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Tutto il Milan spinge Berlusconi: «Dacci Oddo»

Franco Ordine

Tutti in pressing su Silvio Berlusconi, il presidente. A cominciare dai suoi figli, milanisti doc, per finire al management rossonero che riscuote, parole dell’ex premier, «la mia incondizionata fiducia». E la dichiarazione rilasciata lunedì notte a Sesto San Giovanni, senza se e senza ma, è una risposta, sincera, spedita a tutela di Galliani e Ancelotti, finiti nel frullatore delle voci e dei pettegolezzi che sanno più di dispetti personali che di rivelazioni autentiche. Fuori discussione perciò il rapporto che lega il presidente Berlusconi ai suoi collaboratori più stretti. Quello con Ancelotti, poi, è una specie di cordone ombelicale continuamente sventolato, «uno di famiglia, non si tocca». Al pari della decisione di confermare il Milan tra gli affari di cuore seguiti personalmente dal presidente Berlusconi, pronto a ripetere, nella stessa occasione di Sesto San Giovanni, una frase che è una garanzia scritta per tifosi, società e squadra. «Non mi disimpegno dal Milan come da nessuno degli impegni che ho assunto con chi mi dà fiducia» la promessa.
Tutti in pressing sul presidente, allora. Che non vuole saperne di correre ai ripari sul mercato di gennaio, come dimostra la sua analisi sul momento difficile («la rosa non sarà ampliata, se vengono recuperati tutti i titolari, i risultati ci saranno»), attraversato dai rossoneri in campionato. I figli, da PierSilvio a Luigi, stanno con i milanisti, gli occhi sgranati sul mercato di gennaio. Ancelotti e Galliani, che ieri a Milanello hanno fatto il punto su condizione fisica e recuperi, possono cogliere, al volo, l’occasione del Natale rossonero (questa sera cena con sponsor, giocatori, famiglie all’Alcatraz) per far conoscere al presidente le esigenze della squadra, gli umori della curva e anche gli sviluppi del calcio-mercato. Perché ad esempio la dichiarazione di Oddo («la prima scelta è laziale, ma voglio un contratto importante») preclude a un divorzio con Lotito, sensibile nel far cassa dall’unico calciatore richiesto per puntellare il bilancio senza creare gravi contraccolpi alla squadra lanciata verso il quarto posto.
I piani milanisti, ispirati dal presidente, al momento riguarderebbero il ritorno a casa dei due prestiti all’Empoli, Marzoratti e Pozzi, uno difensore e l’altro attaccante. Ancelotti invece è pronto ad accogliere Oddo e anche Iaquinta, utilizzabile in Champions league, preoccupato dal fatto che tutti aspettano che si sblocchino Gilardino, Oliveira e Inzaghi, ma se l’astinenza dovesse continuare sarebbero dolori e non solo per il raggiungimento (improbabile) del quarto posto.
Decisivo, in materia, è anche l’appuntamento che Dida ha con il professor Maertens, ad Anversa, fissato per giovedì e poi spostato a venerdì 15. Attesa per la decisione: operazione al volo, l’opzione più preoccupante. A Milanello lo staff sanitario continua a coltivare un moderato ottimismo per una decisione di tipo diverso: il portiere brasiliano si sta impegnando allo spasimo in un recupero indolore, si allena 5-6 ore al giorno, tra bici e palestra, «bisogna mandarlo via da Milanello» riferisce Ancelotti. Se l’esito del consulto dovesse invece risultare negativo, si aprirebbe un nuovo fronte interno. L’intervento chirurgico allontanerebbe Dida anche dalla Champions league, in calendario a fine febbraio, e la fiducia nei confronti di Kalac non è aumentata. Aperto anche il fronte contratto con Dida, cui il Milan ha fatto una nuova e importante apertura di credito: gli ha offerto 3,5 milioni di euro a stagione per tre anni nonostante il dato anagrafico (34 anni) mentre Dida è rimasto fermo su cifre più impegnative, 5 milioni di euro che non potrà mai strappare. La sua dichiarata speranza è che a zero euro, il suo cartellino possa far gola a società come Chelsea e Barcellona, a caccia di un portiere di maggiori garanzie.
A proposito di recuperi, a Firenze sabato sera (formula a una punta con Gilardino), possono tornare Kaladze, Kakà, Gattuso e Pirlo.

E magari Seedorf può anche riposare.

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