Tutto quello che è stato detto sul papà

Quindici giorni di indagini puntati sulla famiglia Onofri. Sul papà e sulla mamma del piccolo ostaggio. Per il quale, però, nessuno, ha mai chiesto un riscatto. Si scava nelle loro esistenze, e in quelle dei loro parenti, degli amici come dei colleghi di lavoro e dei semplici conoscenti. Cercando in questo nucleo famigliare il perché di questo sequestro inspiegabile, continuando ostinatamente a volerlo svelare trovando un segreto di qualcuno di famiglia. E se tutto fosse sbagliato? Se si fossero perse due settimane di tempo, indagando nella direzione sbagliata? Del direttore del più grande ufficio postale di Parma, fino a ieri uomo stimato e degno di rispetto, si è detto di tutto. Cioè questo.
«Guardava i filmini sporchi coi bambini».
Quasi 400 file sarebbero stati trovati tra i dischetti e le memorie dei suoi tre computer, hanno fatto sapere gli investigatori. Lui si difende: «Mi piacciono le ragazze giovani, quelle sono immagini che hanno tutti nei computer».
«Tradiva la moglie».
La prima ipotesi, confermata da presunti dissapori con Paola. Lui dice: «Tra noi non c’è niente che non va».
«Faceva affari sporchi alle Poste».
Avrebbe approfittato del suo ruolo di esperto finanziario nell’ufficio postale di via Montebello: qualche conto non tornerebbe - dicono -, soprattutto tra quelli dei libretti dei tanti detenuti del carcere di Parma che hanno i depositi in Posta.
«È un uomo arrogante, sua moglie ne è succube».


Nel mirino soprattutto il suo comportamento durante la perquisizione in casa. Ma lui assicura: «Nessun litigio con Paola, è stato solo un momento di sconforto».
Intanto, dopo 15 giorni, di Tommy non c’è alcuna notizia.

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