Tv, dagli Usa a Brugherio pronte 400 assunzioni

Qvc, colosso americano delle televendite, apre la sede di Milano e promette di ingaggiare in tre anni mille persone. L’ad: «La vostra è la zona industriale più importante del paese». Formigoni: «Qui il 56% degli investimenti esteri»

Un colosso delle televendite sfida la crisi. Ma per ridurre i rischi al minimo, ha scelto di mettere pianta stabile (non a caso) in Lombardia. A Brugherio, pochi chilometri fuori Milano, dove 250 operai lavorano non stop sette giorni su sette. Anzi, a «ritmo supersonico» come ha commentato il governatore Roberto Formigoni che ieri pomeriggio, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, ha indossato il caschetto bianco e la giacca fosforescente per visitare insieme ai lavoratori i cantieri del centro di produzione di Qvc, 15mila metri quadri su un’area di proprietà di Icet Studios. In Italia aprirà sul digitale terrestre il primo ottobre, negli Usa è il secondo canale televisivo per dimensioni, superato solo dalla Cbs. E opera già in Inghilterra, in Germania e in Giappone come «rivenditore multimediale globale» - in parole povere, un gigante delle televendite - con oltre cinquanta milioni di clienti e diciassettemila dipendenti nel mondo. Per il lancio in Italia, ha investito 65 milioni di euro e sta arruolando uno staff di circa quattrocento persone. E diventeranno un migliaio entro tre anni, che in tempi di congiuntura economica negativa - leggi crisi - sono già un record. Per trasmissioni 24 ore su 24, con 15 ore di «live» giornaliere dedicate a presentazioni di prodotti e televendite.
Formigoni si prende qualche merito. Si congratula con le maestranze che stanno lavorando non stop per consegnare in dodici mesi esatti un grande centro di produzione moderno («in Lombardia facciamo grandi cose in tempi brevi») ma ammette che «solo una forte apertura verso l’esterno e verso l’internazionalizzazione ha permesso alla piccola Brugherio di poter ospitare un colosso come la Qvc tra i suoi confini». L’amministratore delegato della tv commerciale, Steve Hofman, conferma che «la qualità del “marchio Lombardia»” ha convinto gli alti dirigenti a puntare su questo territorio, la vostra è la zona industriale più importante del Paese». Un assist per il governatore ricandidato per la quarta volta alla guida del Pirellone: «Ci sarà un motivo se il 56 per cento degli investimenti esteri in Italia viene fatto proprio in Lombardia. Garantiamo tempi record e altissima tecnologia». E «siamo contenti che nel momento in cui siamo abituati a sentir parlare di situazioni difficili, Brugherio ha potuto attrarre una grande multinazionale che porterà occupazione».
Proprio sul lavoro si è giocato ieri l’ennesimo scontro tra il candidato del Pdl e quello del Pd, Filippo Penati. «La Regione non si è occupata abbastanza di far sentire la presenza delle istituzioni al fianco dei tanti lavoratori che vedono messo in discussione il loro futuro» ha accusato Penati. Non si è fatta attendere la replica di Formigoni. All’avversario del centrosinistra manda a dire che «nessun lavoratore in Lombardia è stato nè verrà lasciato solo ad affrontare le conseguenze della crisi». Ha ricordato semmai «la difesa delle imprese in difficoltà con un miliardo e 400 milioni di investimenti fatto a favore delle piccole e medie imprese e a sostegno dell’accesso al credito».

E ha aggiunto pure il miliardo e mezzo di euro per gli ammortizzatori sociali, arrivati sul territorio grazie all’accordo con il governo: «Ne abbiamo ancora a disposizione la metà, a dimostrazione che nessun lavoratore in difficoltà sarà lasciato solo».

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