"Difesa non sempre legittima", "I tuoi cari...". Botta e risposta Emiliano-Bignami

Scontro sulla legittima difesa tra il governatore dem della Puglia, Michele Emiliano, e l’esponente di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami

"Difesa non sempre legittima", "I tuoi cari...". Botta e risposta Emiliano-Bignami
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“La difesa è sempre legittima”. Pochi giorni fa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni l’ha scritta sui social, e lo stesso giorno il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha rilanciato: “Un risultato grazie alle norme volute dalla Lega, a tutela dei cittadini perbene. Come sosteniamo da anni, la difesa è sempre legittima”. Il riferimento è alla vicenda di Grignano Polesine, in provincia di Rovigo, dove un uomo ha sparato al ladro che si era introdotto nella sua villa. Proprio su questo argomento, ieri sera, è andato in scena l’ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione. Da una parte il governatore dem della Puglia, Michele Emiliano, e dell’altra l’esponente di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami.

Incalzati nel merito della legittima difesa da Tommaso Labate, durante l’ultima puntata di Real Politik su Rete 4, i due interlocutori hanno espresso due opinioni tanto chiare quanto diametralmente opposte. Da una parte Emiliano che, facendosi portavoce della sinistra, attacca: “La difesa non è sempre legittima”. Puntuale la replica di Bignami che fa notare come “se qualcuno entra in casa tua e minaccia la tua famiglia hai il dovere di proteggere i tuoi cari". Intanto dalle parti del governo si pensa già ad un nuovo decreto sicurezza che approderà a breve in Consiglio dei ministri. Il vicepremier Matteo Salvini ha già anticipato una parte delle misure: in primis gli sgomberi più veloci delle case occupate, una stretta sui ricongiungimenti familiari dei migranti e sulle baby gang. Tra queste rimangono in primo piano le maggiori tutele per gli agenti delle forze di polizia, potenziando la legittima difesa. L’obiettivo, spiega la Lega, è quello “di aumentare la tutela dei cittadini e delle forze dell’ordine”.

"Il sentimento comune - ha spiegato il titolare del Viminale Matteo Piantedosi - registra un diffuso senso di indignazione quando ci sono storie fortemente paradossali: un poliziotto fa il suo dovere e dopo non solo rischia la vita, ma si ritrova colpito da inchieste e indagini”.

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