La legge sulla Ia è solo l’inizio

Uno dei punti più decisivi è la tutela del diritto d'autore

La legge sulla Ia è solo l’inizio
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È un primo passo significativo ma ce ne vogliono altri. Il 10 ottobre è entrata in vigore la legge numero 132 in materia di intelligenza artificiale con regole che intercettano anche il settore radiotelevisivo. Il quadro delle disposizioni è molto vasto. Uno dei punti più decisivi è la tutela del diritto d'autore. La legge consente che la Ia utilizzi contenuti protetti salvo esplicito dissenso da parte degli autori attraverso il cosiddetto «opt- out» per non frena il «web scraping» attraverso il quale la Ia «assorbe» opere vincolate dal copyright al solo scopo di «imparare». Lo farebbe gratuitamente senza compensi adeguati per gli autori ed è un aspetto che, si spera, i decreti delegati dovrebbero in qualche modo sanare. Nasce anche il reato (penale) contro produzione e diffusione di fake news e deep fake realizzati con l'Ia, e questo è un buon segnale, anche se i termini sono ancora troppo vaporosi per garantire una applicazione concreta e davvero sanzionatoria.

Il presidente di Confindustria Radio Televisioni, ossia l'esperto Antonio Marano (foto), ha sottolineato che «l'Ia realizza una attività di concorrenza non regolata che impatta fortemente i settori radiotelevisivo, audiovisivo, creativo e dell'informazione. È una concorrenza inaccettabile in quanto simula una creazione di carattere umano». Ed è questo l'aspetto sul quale deve (severamente) concentrarsi ogni ulteriore intervento normativo.

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