
Morgan torna a far parlare di sé. Ospite della prima puntata di stagione del programma “Ciao Maschio”, condotto da Nunzia De Girolamo e andato in onda oggi su Rai 1, il cantautore si è lasciato andare a una lunga intervista dai toni accesi, in cui non sono mancati attacchi diretti, riflessioni amare e provocazioni. Tra i bersagli delle sue parole, anche il cantautore Marco Mengoni, uno degli artisti più amati e apprezzati della scena pop italiana.
“Se non ci fossi stato io Mengoni non esisterebbe”
Morgan ha rivendicato con forza il suo ruolo nella scoperta e nel lancio di alcuni degli artisti oggi più affermati nel panorama musicale italiano. Tra questi, proprio Mengoni, salito alla ribalta nel 2009 grazie alla sua partecipazione e vittoria a X Factor, quando Morgan sedeva nella giuria del talent.
“Marco Mengoni esiste perché l’ho scoperto io – ha dichiarato – Non l’ha mai detto nessuno e nessuno lo dice. Se non ci fossi stato io, non esisterebbe. Così come Noemi, Michele Bravi, tutti quei talenti li ho lanciati io. Mengoni era un ragazzino su cui nessuno avrebbe investito, io invece l’ho capito”. Parole che hanno immediatamente fatto discutere e che hanno riacceso l’attenzione sul rapporto, mai davvero chiarito, tra l’ex giudice e il suo ex allievo.
“È stato irriconoscente”
Quando la conduttrice gli ha chiesto se Mengoni sia stato riconoscente nei suoi confronti, Morgan ha risposto senza mezzi termini: “Per niente. Perché il sistema non è riconoscente. E lui, poverino, non può esserlo. Perché è attorniato da gente che rema contro”.
Un’accusa che, più che a Mengoni come persona, sembra rivolgersi a tutto il meccanismo discografico e mediatico che, secondo Morgan, avrebbe costruito intorno al cantante una rete di protezione e distanza.
“Sono marginalizzato nonostante i miei successi”
Durante l’intervista, Morgan ha anche denunciato la sua attuale posizione nel mondo della musica italiana, lamentando un isolamento ingiustificato, nonostante il suo contributo artistico.
“Io sono marginalizzato da tutto il sistema, nonostante i successi che ho avuto. Adesso è uscito un film di cui ho fatto le musiche, un documentario che ha vinto 47 festival in tutto il mondo, è arrivato al primo posto a Los Angeles, Toronto, Londra, ovunque... e non ne ha parlato nessuno”.
Parole che riflettono il disagio di un artista che, pur sentendosi geniale e innovativo, ritiene di non ricevere il riconoscimento che gli spetterebbe.
La provocazione su Jovanotti
In un altro passaggio dell’intervista, Morgan ha voluto lanciare una frecciatina anche a Jovanotti, da lui definito "furbo": “Se potessi rinascere, vorrei essere Jovanotti. Per fargli fare cose migliori, sfruttare l’occasione di avere tutto il suo pubblico per fargli fare musica intelligente. Lui è furbo, si schiera e non si schiera. Cavalca tutte le epoche. Si trasforma”.
Una dichiarazione che, pur nella forma ironica e provocatoria, cela una critica alla superficialità percepita in alcuni artisti che, secondo Morgan, godono di fama senza profondità.
Un’intervista che riapre vecchie ferite
Le parole di Morgan, come spesso accade, non passano inosservate. La sua intervista a Ciao Maschio è l’ennesimo capitolo di una lunga storia di controversie, tra rivendicazioni artistiche, attacchi al sistema, e un senso di emarginazione che sembra pesare sempre più sul cantautore.
Resta ora da vedere se e come Marco Mengoni replicherà alle dichiarazioni del suo ex mentore. Nel frattempo, Morgan si conferma ancora una volta come una delle voci più controverse – e inascoltate – della musica italiana.