Giù la maschera

Strangoliamo i Simpson!

Esiste la finzione, dove ad esempio in un cartone animato un padre strangola il figlio per scherzo; fa ridere e si chiama gag

Strangoliamo i Simpson!

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Esiste la finzione, dove ad esempio in un cartone animato un padre strangola il figlio per scherzo; fa ridere e si chiama gag. Poi c'è la realtà, dove qualcuno pensa che se in un cartone un padre smette di strangolare il figlio allora finisce la violenza domestica; anche qui la cosa fa ridere e si chiama stupidità. E poi esistono i Simpson, una serie tv ideata da Matt Groening nel 1987 che è una satira della società americana e dove può capitare che il padre - Homer prenda per il collo il figlio Bart che strabuzza gli occhi in modo grottesco. Scena diventata di culto. Si chiama parodia.

Peccato. Da oggi non la vedremo più. Come fanno dire gli sceneggiatori a Homer: «Basta strangolare Bart. Sono cambiati i tempi». Si chiama politicamente corretto. Che, come ha detto una volta un noto filosofo - accademico di chiara fama e di dottrina progressista - «ha rotto i coglioni».

Adesso papà Homer non scherzerà più con Bart-figlio, facendo finta di strozzarlo. Lo prenderà da parte e gli spiegherà come le nuove generazioni debbano salvare l'ambiente. O tutelare le minoranze. O partecipare a un Gay pride. O scegliere il sesso che preferiscono.

Dopo 34 anni e 750 episodi, i Simpson sono diventati buoni. E dato che è l'ironia a fare girare il mondo, e non l'amore (quello serve solo a tenerlo popolato), la puntata successiva sarà l'estinzione.

Meglio così. Brutti bagarospi!

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