da Milano
Brescia «salva» il proprio sistema informatico ma Bergamo allarga linfluenza sulla vita di Ubi, occupando le caselle «operative» del risk management e dellorganizzazione. Il gioco di «compensazioni» è stato ieri sul tavolo del consiglio di gestione della superpopolare, ufficialmente impegnato a varare il piano industriale: oltre 1,4 miliardi lutile atteso al 2010, a fronte di un Roe superiore al 16% (400 milioni le sinergie, 390 milioni gli oneri di integrazione). Giro di deleghe anche per il vicedirettore generale Ettore Medda che perde le competenze sul bilancio per occuparsi di estero e dellarea finanza.
Il compromesso, modifica, almeno parzialmente, liniziale assetto che vedeva gli uomini dellex Bpu egemoni sulle strategie e Banca Lombarda presidiare la gestione del gruppo. Ogni delega operativa rimane in ogni caso nelle mani dellad Giampiero Auletta Armenise: 1,3 euro il dividendo unitario atteso a fine piano, quando Ubi avrà superato i 2mila sportelli grazie a 140 aperture (61, invece, le filiali da cedere per limiti Antitrust). Quanto alle fabbriche prodotto Capitalgest confluirà in Ubi Pramerica. Brescia, tuttavia, mantiene in vita Lombarda Sistemi & Servizi, la controllata che dovrà quindi gestire il software dellintero gruppo: lad sarà Elvio Sonnino accanto al presidente Pierangelo Rigamonti. La variabile del software è stata una decisione sofferta per il gruppo fino a provocare un doppio passaggio a vuoto in consiglio di gestione. Per uscire dallimpasse Ubi ha accarezzato lidea di un «arbitrato» affidato a un advisor tecnico terzo rispetto agli stessi consulenti di McKinsey. Poi lintervento di Bankitalia sui vertici e la soluzione del groviglio sancita ieri ma già abbozzata nella precedente riunione.
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