Ubriaca a 14 anni cade dal balcone e muore

Sarebbe meraviglioso vedere un mondo migliore, in cui nessuno è afflitto da dolori, malattie o handicap! Naturalmente, per raggiungere questi obiettivi bisognerebbe modificare sostanzialmente l'umanità stessa. Le idee su come migliorare la razza umana non sono nuove. Circa 2.300 anni Platone scrisse: «Bisogna che i migliori uomini si accoppino, quanto più possibile, con le migliori donne; e viceversa i peggiori con le peggiori, quanto meno è possibile». È stato solo in tempi più recenti, però, che sono iniziati sforzi in grande stile per migliorare la famiglia umana. Questa disciplina è stata chiamata eugenetica, o eugenica.
Il termine "eugenetica" fu coniato nel 1883 da sir Francis Galton, scienziato britannico e cugino di Charles Darwin. La parola deriva da un termine greco che significa "di buona nascita" o "di buona stirpe". Galton sapeva che vari fiori e animali, se incrociati opportunamente, possono acquisire certe qualità desiderabili. Non si poteva migliorare l'umanità con metodi analoghi? Galton era convinto di sì.
Influenzato dagli scritti di Darwin, Galton era convinto che fosse ora che gli uomini assumessero il controllo della propria evoluzione. Nei primi decenni del XX secolo le idee di Galton godettero di enorme popolarità. Decine di migliaia di "persone indesiderabili" furono sterilizzate sia nell'America Settentrionale che in Europa. Nel tentativo di creare una razza superiore nell'arco di una sola generazione, la Germania nazista si spinse al punto di programmare la sterilizzazione forzata di qualcosa come 225.000 persone, milioni di altri - ebrei, rom (zingari), disabili e altri "indesiderabili" - furono sterminati con il pretesto dell'eugenetica.
La barbarie dell'epoca nazista mise l'eugenetica in una pessima luce, e molti speravano che questa disciplina fosse stata definitivamente accantonata, sepolta insieme ai milioni di vittime che aveva fatto. Fu negli '70 che ricominciarono a circolare notizie di progressi nel nuovo campo della biologia molecolare, nonostante il timore che questi progressi avrebbero potuto favorire un ritorno alle idee che avevano sedotto l'Europa e l'America Settentrionale all'inizio del secolo. Timori espressi da un eminente biologo a un convegno della National Academy of Science sul DNA ricombinante.
Oggi molti considererebbero assurdo paragonare i progressi fatti nel campo dell'ingegneria genetica con i programmi eugenetici di Hitler. Ottant'anni fa si insisteva molto sulla purezza razziale. Oggi si parla di migliorare la salute e la qualità della vita. La vecchia eugenetica affondava le radici nella politica ed era promossa dal fanatismo e dall'odio. I nuovi progressi nella ricerca genetica sono promossi da interessi commerciali e dal desiderio di una salute migliore da parte dei consumatori.

Ma nonostante esistano differenze fondamentali, l'obiettivo di modellare le persone in base ai nostri pregiudizi genetici può assomigliare molto alla vecchia eugenetica e gli interrogativi sul corretto utilizzo della ricerca genetica sono spesso inquietanti.

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