Gli uccellini suonano la chitarra ma per gli animalisti è una stecca

Gli uccellini suonano la chitarra ma per gli animalisti è una stecca

Dopo la Scala, la Bicocca: anche qui animali messi in scena in nome dell’arte, e anche qui gli zoofili che si indignano. Ma mentre per i chihuahua che il Teatro Real di Madrid voleva portare sul palcoscenico del Piermarini in occasione del Rosenkavalier si era mobilitato il Comune, invece per i fringuellini che nei capannoni della vecchia Pirelli lottano contro le corde delle chitarre elettriche, finora il grido di dolore degli animalisti è rimasto inascoltato.
A sollevare perplessità e proteste è stata l’installazione dell’artista visivo Celeste Bourcier-Mougenot, cinquantenne francese con all’attivo una lunga serie di mostre e di premi. Da mercoledì a domani all’Hangar Bicocca - fondazione che vede tra i soci fondatori la Regione, la Pirelli e la Camera di Commercio - Bourcier-Mougenot ha piazzato un locale pieno di chitarre elettriche, su cui una piccola folla di fringuelli dal becco arancione svolazza, appoggiandosi come capita sulle corde degli strumenti. Titolo dell’opera, «From here to ear», ovvero «Da qui all’orecchio»: «l’evocativo titolo - si legge sulle presentazioni - che rilegge la musica in una prospettiva altra che stupisce indubbiamente, per l’apparente casualità di eventi nascosti che producono melodia. Tutto è musica nelle sue mani, e gli uccellini sono piccole ancelle di un grande progetto».
Non tutti, tra i visitatori della mostra, hanno però avuto la sensazione che i fringuelli gradiscano davvero la trasformazione in «piccole ancelle di un grande progetto». «Un orrore - sintetizza Diego Bernardi, uno degli autori della denuncia alle associazioni animaliste - svolazzano qua e là, visibilmente terrorizzati dalla prigionia e dal fracasso». Per molto meno, la settimana scorsa l’Aidaa aveva fatto partire un esposto contro l’utilizzo di un chihuahua, un pappagallo e una scimmia imbalsamata nella messa in scena scaligera del Rosenkavalier di Strauss.
In quel caso, la denuncia era stata fatta propria da Chiara Bisconti, assessore alla Qualità della vita della giunta Pisapia, che aveva ottenuto dalla Scala la rimozione degli animali dal cast dell’opera. In un comunicato, la Bisconti aveva ricordato gli articoli del regolamento comunale che vietano l’utilizzo di animali per spettacoli che provochino ai medesimi «stress inutili, forti e/o prolungati», e aveva annunciato che per le prove e le recite dell’opera non sarebbero stati usati animali vivi ma «loro succedanei», ovvero pupazzi di pelouche. Salvo, pochi giorni dopo, dare l’okay all’ingresso in scena di tre levrieri adulti, e per soli sessanta secondi.
Ora, a risollevare il tema delicato degli animali da spettacolo (ed in attesa che parta l’offensiva contro i circhi, preannunciata dalla Bisconti) ecco il caso dei fringuelli della Bicocca.

Bourcier-Mougenot, che nelle monografie a lui dedicate viene descritto testualmente come «un hacker della via», spiega così la sua idea: «voglio rivelare il potenziale musicale di oggetti o materiali che non sono prodotti per le loro qualità acustiche». Intento lodevole che però, secondo gli autori della denuncia, si scontra con il diritto dei fringuelli a vivere liberi e senza essere rintronati dai decibel.

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