Uccide l’ex amante e si spara, giallo su un «tesoro» fantasma all’estero

Uccide l’ex amante e si spara, giallo su un «tesoro» fantasma all’estero

(...) E forse, dopo l’ennesimo disperato tentativo di riallacciare un rapporto ormai naufragato, ha premuto almeno quattro volte il grilletto a distanza ravvicinata. Quindi si è rivolto l’arma alla nuca e ha esploso un colpo che lo ha freddato all’istante. Da domenica a lunedì notte nessuno si è accorto della presenza di quei due cadaveri adagiati sui sedili posteriori di un fuoristrada. Lunedì mattina i familiari della donna hanno denunciato la scomparsa, ma solo nella tarda serata di ieri il padre, Salvatore, ha trovato l’auto nei pressi del San Paolo ed ha avvertito il 112. Roberto Tobia, ex imprenditore, lavorava nel settore petrolifero. Con Miriam, commessa in una panetteria, voleva rifarsi una vita da un matrimonio precedente pure quello naufragato.
Naufragato eppure ancora presente. A causa della lunga causa per gli alimenti. «Ma ancora tre giorni fa abbiamo parlato della vertenza - racconta l’avvocato civilista Paolo Pruzzo che difendeva l’ex imprenditore - Era sereno perché le cose si stavano mettendo ancora una volta per il meglio. La sua ex moglie in primo e secondo grado aveva chiesto 15mila euro al mese di alimenti, in entrambi i casi ne aveva ottenuti 1.500. Ora aveva chiesto un adeguamento dell’assegno, ma anche il mio cliente era tranquillo e fiducioso. Mi aveva appena affidato anche un altro incarico contro una banca. Non sembrava affatto scosso».
Ma la vertenza più controversa restava quella con la ex moglie che sosteneva l’esistenza di un vero e proprio «tesoro» nascosto all’estero, accumulato di nascosto da Tobia. Di recente infatti era stato chiesto che venissero condotti accertamenti dalla guardia di finanza. Gli stessi legali dell’uomo (insieme a Paolo Pruzzo lavorava il fratello Umberto che seguiva gli aspetti penali) però non si sono mai opposti a questo tipo di accertamenti e anzi li hanno sollecitati per dimostrare l’inesistenza del presunto tesoro milionario all’estero.
Difficile comunque ipotizzare motivazioni scatenanti la tragedia e legate a questo tipo di cause. Piuttosto risulta che Tobia avesse ripreso da qualche giorno la relazione con Miriam Tambaro, di 30 anni più giovane di lui, ma che tra i due i rapporti restassero condizionati dal sospetto che la donna potesse continuare contemporaneamente a frequentare anche l’ex fidanzato. Un intreccio del quale Tobia era convinto di aver avuto le prove intercettando alcune telefonate della giovane donna.
Nessun giallo neppure sul sequestro in atto di alcuni fucili da caccia. L’imprenditore infatti aveva commesso alcune irregolarità formali nel corso di un trasferimento ed era scattato il provvedimento che non ha quindi altre motivazioni. Piuttosto la provenienza della pistola usata per il delitto-suicidio resta un mistero anche per i carabinieri che hanno poi passato al setaccio l’abitazione dell’uomo. Hanno sequestrato un diario: Tobia scriveva tutti gli incontri con Miriam. Quelle pagine fitte di frasi d’amore si interrompono alcune settimane fa quando Miriam aveva deciso di troncare la relazione. «Pensava solo al figlio dei sei anni», conferma ora Mirko Costi, suo datore di lavoro che aggiunge anche un particolare importante per capire quanto l’uomo non ne volesse sapere di essere abbandonato. «Sono in trattative per cedere l'attività. Tra i vari aspiranti acquirenti, ho incontrato anche quell'uomo un mese e mezzo fa e infine la settimana scorsa.

Abbiamo solo parlato di affari. Nessun accenno né a Miriam, né ad altri temi sulla vita privata». Ora le salme dei due amanti sono insieme all'obitorio in attesa dell'autopsia già disposta ieri mattina dalla magistratura savonese.

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