Ariccia - Risolto il caso di Ariccia: la prostituta romena di 24 anni trovata ieri in una stanza di Hotel è morta per un colpo alla testa. La ragazza ha sbattuto contro un mobile colpita dal cliente, un operaio anche lui di 24 anni, fermato per omicidio preterintenzionale, con il quale stava litigando per i soldi. La polizia oggi in conferenza stampa in questura a Roma, a San Vitale, ha chiarito i contorni della dinamica e delle cause della morte della giovane, anche se sarà l’autopsia disposta per lunedì a sciogliere ogni dubbio. La ragazza, Laura Tanasie Izabela, non aveva alcun taglio alla gola, chiariscono gli inquirenti.
La ricostruzione dei fatti Quando ieri sera la donna delle pulizie ha ritrovato il suo corpo, in bagno, in un lago di sangue, aveva il capo reclinato, ma in realtà il sangue sgorgava dal naso, un epistassi copiosa anche dopo la morte. E il coltello trovato vicino non era l’arma del delitto, bensì lo strumento con la quale la ragazza - secondo il racconto del giovane fermato - ha minacciato il cliente per avere più soldi. La morte invece, come ha certificato il medico legale ad un primo esame è stata causata da un violento colpo alla testa, nel corso di una lite tra i due, "perché la ragazza - ha spiegato il capo della squadra mobile di Roma Vittorio Rizzi - ha sbattuto violentemente la testa contro l’angolo di un mobile".
Le cause della lite Gli agenti stanno verificando le cause della lite, ma il ragazzo - ha spiegato Antonio Giordano, che guida il commissariato di Albano - durante l’interrogatorio nella notte ha raccontato che la giovane prostituta, dopo un primo rapporto, ha insistito per altre prestazioni ed ha chiesto più soldi: in macchina, quando il giovane cliente l’ha avvicinata in una strada a Santa Palomba, c’era una busta con molti soldi, 1200 euro, i soldi dello stipendio dell’operaio, una busta che non sarebbe sfuggita all’attenzione della donna. Il fermato, M.R. 24 anni, italiano, residente a Genzano, una famiglia normale alle spalle, è un ragazzone robusto, che passa molto tempo in palestra, ha terminato la scuola dell’obbligo e nient’altro, un bel giovane anche se con qualche deficit fisico all’udito e alla vista, un ragazzone che pare non aver ancora capito bene quello che è successo.
Un lungo interrogatorio Nell’interrogatorio, dalle 11 di ieri sera alle quattro di questa mattina, con gli agenti e il pubblico ministero, Luigi Paoletti, della Procura di Velletri, ha raccontato agli inquirenti la sua versione dei fatti. Ieri giorno di paga e con la sua busta di soldi, 1200 euro, va a Santa Palomba, avvicina la giovane prostituta e si mette d’accordo per una prestazione. Ma la ragazza vede in macchina la busta con i soldi, e lo convince a spendere di più: ’andiamo in albergò. Cifra pattuita 150 euro, stanza compresa. Così i due arrivano, intorno alle 14, all’Hotel California. Dopo il primo rapporto la ragazza cerca di convincere il giovane ad avere un’altra prestazione, lui rifiuta, nasce un litigio, lei chiede il doppio, 300 euro, e insiste nel proseguire l’incontro amoroso. Il coltello ritrovato nella stanza era di lei, come ha raccontato una ragazza, amica e collega, e l’avrebbe tirato fuori per convincere il giovane a darle più soldi. Il giovane dice di non ricordare bene, appare confuso ed agitato, ma racconta che la ragazza ha iniziato a minacciarlo, a insistere e lui nel divincolarsi l’ha spinta o forse colpita con una gomitata, il che ha un riscontro con la tumefazione al volto e il sangue dal naso. Un colpo violento, però, data anche la forza del giovane, e la ragazza ha sbattuto con forza la testa contro l’angolo di un mobile. Anche il medico legale, in attesa dell’autopsia, disposta per lunedì, ha riscontrato un’unica ferita alla testa, mortale. Il giovane si è agitato, ha cercato di scuoterla - ha raccontato - lei ha dato qualche segno di vita, poi non più. Preso dal panico l’ha presa, l’ha appoggiata al muro in bagno, il capo reclinato. Ha pulito un pò il sangue, ha chiuso la porta della stanza e se andato via. Senza dire niente e senza accertarsi se la ragazza fosse ancora viva. Arrivato a casa ha preparato le valigie per fuggire, la mamma ha cercato di fermarlo. I poliziotti, che nel frattempo lo avevano già rintracciato, d’accordo con i genitori, con un escamotage, facendogli credere che la ragazza non fosse morta bensì solo ferita sono riusciti a convincerlo ad incontrarli. Un interrogatorio durato tutta la notte, dove ha raccontato la sua storia, poi ha chiesto agli inquirenti: "Ora posso andare a casa?". "Nell’immediatezza dei fatti - sottolinea il capo della mobile di Roma, Vittorio Rizzi, congedando i giornalisti - c’è stato un ottimo coordinamento tra la polizia di Albano e gli investigatori della mobile sia nelle prime fasi del sopralluogo che nel rintraccio e fermo del giovane".
Gli agenti hanno bloccato il giovane a poche ore dall’omicidio proprio grazie a questo coordinamento efficace degli uomini della polizia di Stato e alla loro conoscenza del territorio, conclude Rizzi. Ora il giovane si trova nel carcere di Velletri, in stato di fermo con l’accusa di omicidio preterintenzionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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