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Uccisa dai talebani, si batteva per le donne

Kabul. Continua in Afghanistan la sfida dei talebani: ieri mattina hanno assassinato una delle donne più coraggiose dell’Afghanistan, Safiya Ama Jan, 50 anni, sciita, responsabile delle questioni femminili nella Provincia di Kandahar, nel sud del Paese. Safya si batteva per dare dignità e pari diritti alle sue connazionali, che il regime oscurantista talebano aveva ridotto a cittadine di terza classe. Due uomini su una motocicletta le hanno sparato mentre stava entrando in auto per andare in ufficio. È morta all’istante. Un comandante dei talebani, il mullah Hayat Khan, ha rivendicato con una telefonata l’uccisione di Safiya. Il portavoce della Missione assistenza in Afghanistan dell'Onu (Unama), Aleem Siddique, ha detto: «Siamo inorriditi per l'assurda uccisione di una donna che ha solo fatto il proprio lavoro per assicurare che tutte le afghane potessero svolgere un ruolo pieno e paritario nel futuro dell'Afghanistan».

Fu proprio a Kandahar, sede delle scuole islamiche, che all'inizio degli anni Novanta si formò la milizia dei talebani, i quali conquistarono poi gran parte del Paese e infine, il 27 settembre del 1996, anche Kabul, diventata in seguito capitale di un regime islamico ultraconservatore e terroristico, che vietò alle donne studio e lavoro.

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