Uccisa perché incastrò il pedofilo Fermato il fratello del maniaco

NapoliUna vendetta da parte dei familiari di Enrico Perillo, l’uomo che le aveva violentato la figlia e che la scorsa primavera era stato condannato a 15 anni di reclusione, grazie alla sua testimonianza.
Sarebbe morta per questo Teresa Buonocore, la 51enne incensurata di Portici assassinata l’altro ieri con quattro colpi di pistola da due killer in moto all’altezza del Ponte dei Francesi, nella zona del porto di Napoli. La svolta nelle indagini è avvenuta dopo che al commissariato di polizia di San Giovanni a Teduccio è stata sporta la denuncia di furto di un ciclomotore. Gli agenti hanno accertato la falsità della denuncia e che il ciclomotore era stato utilizzato per commettere l’omicidio della donna. Per questo, due persone sono state fermate e sono state interrogate a lungo in Questura. Si tratta di Lorenzo Perillo, (un passato da militante di An) fratello di Enrico, l’uomo condannato a 15 anni di reclusione in primo grado per avere violentato la figlia (all’epoca otto anni) della Buonocore e un’amichetta, e di un altro componente della famiglia dello stesso Perillo. Si tratterebbe di un ventiseienne tatuatore di Portici, con un precedente per detenzione illegale di armi e munizioni. Era stato arrestato nel 2008 perchè la polizia aveva trovato nella sua bottega un revolver e decine di munizioni di vario calibro. Dunque la camorra non c’entra. Almeno stavolta. A confermare la circostanza l’avvocato Francesco Miraglia, che assiste l’uomo attualmente detenuto che ha chiarito come l’indagine a carico del fratello di Perillo sia un atto dovuto.
«Enrico Perillo è stato descritto come un orco, ma anche lui, come tutti i cittadini, non può essere considerato colpevole prima del terzo grado di giudizio», ha detto il legale. Che ha sottolineato, poi, come l’inchiesta sugli abusi sessuali non sia nata per iniziativa di Buonocore ma «in seguito a una segnalazione di un confidente della polizia, rimasto sconosciuto.
La testimonianza resa in giudizio dalla madre - aggiunge il legale - non fu una testimonianza accusatoria, anzi: la Buonocore dichiarò di non aver mai avuto sentore che la figlia corresse qualche pericolo in casa Perillo». Infine, Miraglia ha chiarito che l’omicidio per il quale Perillo fu condannato «avvenne quando era giovanissimo e durante una rissa».
Intanto, che la fondatezza della pista di una vendetta da parte della famiglia del pedofilo sia quella maggiormente accreditata è stato confermato dal fatto che il procuratore aggiunto Giovanni Melillo è rientrato in Procura dove ha avuto un colloquio con Elena Coccia, che era il legale di parte civile nel processo per la violenza sessuale subita da una figlia di Teresa Buonocore. Presumibilmente il magistrato ha inteso approfondire l’atteggiamento della donna durante il processo e avere delucidazioni su altre vicende di cui l’avvocato era a conoscenza, in particolare l’episodio dell’incendio doloso che tre anni fa fu appiccato alla porta dell’abitazione della donna.
Teresa Buonocore, ha trovato la morte l’altro ieri mattina mentre si trovava in auto colpita da due killer in moto che le hanno esploso contro quattro colpi di pistola. Centrandola alla testa e al petto.


Intanto la giunta comunale di Portici guidata dal sindaco Vincenzo Cuomo ha approvato una delibera d’urgenza per assicurare una borsa di studio alle due figlie di Teresa Buonocore. Inoltre, le due ragazzine minorenni saranno seguite con un programma di assistenza continua predisposto dall’amministrazione.

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