da Bagdad
Due uomini armati di kalashnikov a bordo di un pick up bianco hanno sequestrato ieri mattina alle 4.30 a Samarra tre inviati della televisione di Dubai Al Arabiya. I corpi dei tre giornalisti sono stati ritrovati più tardi crivellati di proiettili. Le vittime sono la reporter di Al Arabiya, Atwar Bahjat, 30 anni, il suo cameraman Khaled al Falahi, 39 anni, e e il fonico Adnan Khairallah, 36 anni. Atwar Bahjat, secondo quanto ha reso noto la sua emittente, era una musulmana sciita.
Un viso dai lineamenti decisi, piglio disinvolto, la Bahjat era considerata una reporter dassalto che non si fermava davanti a nulla (questa sua prerogativa le era costata anche qualche giorno di prigione inflittole dagli americani). Mercoledì era corsa a Samarra per seguire gli eventi dopo lattacco alla Moschea doro. Il cameraman e il fonico avrebbero tentato di discutere con gli uomini armati, che invece hanno sparato alcune raffiche di mitra in aria per far tacere tutti.
Secondo una testimonianza riferita da Al Arabiya, i due rapitori sarebbero persone conosciute a Samarra e avrebbero già compiuto azioni violente in precedenza. Non è certo, però, che si possano indicare come terroristi, magari appartenenti ad Al Qaida, o come insorti.
La tv del Qatar Al Jazeera ha reso noto che Atwar Bahjat era passata solo da tre settimane a lavorare con Al Arabiya, dopo avere a lungo lavorato con la stessa Al Jazeera. «Era molto brava e seria - ha dichiarato un suo collega da Bagdad - e i suoi reportage erano sempre molto attendibili». La Bahjat aveva cambiato posto di lavoro - ha detto il portavoce ufficiale della tv satellitare di Dubai, Jihad Ballout - «perché vedeva nella linea della sua ex emittente una sorte di oltraggio al popolo iracheno. Ma la decisione di passare ad Al Arabiya è maturata definitivamente dopo che venne offesa la figura del grande ayatollah sciita Ali al Sistani nel programma Al Ittijah Al Muakis», un talk show di Al Jazeera, che significa Controcorrente.
Il 13 dicembre dellanno scorso un ospite del talk show usò parole «irriguardose» nei confronti del grande ayatollah sciita Al Sistani, provocando lira delle folle irachene, che fecero manifestazioni di protesta contro lemittente il 15 dicembre, giorno in cui si svolgevano le elezioni politiche.
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