Londra«Non sono pentito, ho fatto quello che mi dettava il cuore. A volte devi prendere delle decisioni coraggiose e dire... al diavolo la legge. Se esiste un Paradiso so che lui mi guarda ed è orgoglioso di me». Non torna sui suoi passi Ray Gosling, l'ex presentatore della Bbc arrestato ieri dopo aver confessato di aver ucciso il proprio compagno gravemente malato di Aids. L'episodio risale a molti anni fa, ma la notizia è stata diffusa soltanto ora dallo stesso Gosling che ha raccontato l'accaduto nella trasmissione della Bbc Inside Out, dedicata alla morte. L'uomo, che ora ha settant'anni e vive a Nottingham, ha registrato egli stesso un mini documentario di dodici minuti all'interno del programma in cui per la prima volta ha condiviso con il pubblico televisivo la propria esperienza rendendolo partecipe del dolore che l'ha condotto a una scelta particolarmente sofferta, ma secondo lui giusta. «Tra me e il mio compagno avevamo stretto un patto - ha precisato l'unico protagonista rimasto vivo di questa vicenda - se uno dei due si fosse ammalato e i dolori fossero divenuti insopportabili l'altro l'avrebbe aiutato a mettere fine alle sue sofferenze». Gosling ha mantenuto fede alla promessa data e quando il suo amore ha contratto la malattia, allora ancora incurabile, ha messo fine ai suoi giorni soffocandolo con un cuscino in un letto d'ospedale: «Un giorno il mio compagno stava soffrendo orribilmente e il medico mi aveva avvertito che per lui non c'era più speranza - ha raccontato il presentatore nella trasmissione della Bbc - allora ho detto ai medici di lasciarci soli per un po e l'ho ucciso». Anche se si tratta di un'azione compiuta molti anni fa, la polizia non ha potuto fare a meno d'intervenire subito dopo che la televisione di stato ha mandato in onda il programma che era stato girato in dicembre. È stata aperta un'inchiesta e ieri Gosling è stato arrestato e trattenuto alla stazione di polizia di Nottingham per più di cinque ore. Non ha voluto rivelare né il nome del suo compagno, né quello dell'ospedale dove si sono svolti i fatti. Ieri il legale di Gosling, Dingby Johnson, ha rilasciato una breve dichiarazione ai giornalisti subito dopo l'interrogatorio subito dal suo assistito: «Le sue condizioni di spirito sono buone - ha spiegato alla stampa - anche se questi sono momenti molto difficili per il signor Gosling - dobbiamo dimostrare sensibilità nei confronti dei suoi desideri e avere rispetto per i suoi sentimenti. La polizia l'ha interrogato per circa cinque ore, ma l'inchiesta si trova soltanto nella sua fase iniziale». La Bbc che ha fatto sapere di essere disponibile a collaborare con gli inquirenti è stata fortemente criticata dalle associazioni contro la legalizzazione dell'eutanasia per non avere informato la polizia della confessione di Gosling prima che la trasmissione venisse trasmessa.
In Inghilterra il suicidio assistito è ancora illegale anche se la Procura generale ha di recente emanato delle nuove linee guida che spiegano in quali casi chi aiuta un proprio parente o un amico a morire sia perseguibile per legge oppure no. Secondo l'organizzazione Care not killing, che si batte perché l'eutanasia non venga legalizzata mandare in onda il racconto di Gosling è stata un'azione assolutamente irresponsabile: «La legge attuale esiste per dei motivi - ha spiegato la portavoce dellassociazione - ci sono delle persone pronte a uccidere per mille ragioni a questo mondo. Lo fanno per motivi ereditari, per liberarsi di un peso psicologico o anche per delle ragioni che ritengono essere compassionevoli».
In Gran Bretagna il suicidio assistito è ancora un reato punibile con pene che possono raggiungere fino i 14 anni di carcere. I ricorsi e gli appelli perché la legge in materia venga riformata sono all'ordine del giorno e i giornali riportano quasi quotidianamente le testimonianze di persone che hanno aiutato un proprio congiunto o amico a morire.
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