Uccisi 5 soldati libanesi da miliziani di Al Qaida

Cecchini palestinesi frenano la nuova avanzata dell’esercito

Beirut. La battaglia tra esercito libanese e miliziani del gruppo fondamentalista Fatah al Islam è entrata ieri nella quarta settimana: almeno cinque soldati libanesi sarebbero stati uccisi da cecchini dopo che l’esercito ha inasprito i bombardamenti contro le basi dei miliziani all’interno del campo profughi palestinese di Nahr al Bared, nel nord del Paese. Già dal mattino l’esercito libanese ha ripreso a colpire gli edifici nel nord del campo in cui si ritiene ci siano le basi di Fatah al Islam, gruppo che si ispira ad Al Qaida e che fino ad ora ha rifiutato di arrendersi, pronto a lottare fino «all’ultimo sangue». Secondo il sito web del quotidiano an Nahar, per infliggere il maggior numero possibile di perdite agli attaccanti, i miliziani, oltre alle granate e ai mortai, userebbero anche cadaveri minati prelevati dalle strade e dagli edifici.
L’agenzia libanese Nna afferma che nel pomeriggio l’esercito ha colpito diversi rifugi dei guerriglieri. Dall’inizio degli scontri, il 20 maggio scorso, sono 50 i soldati libanesi morti, secondo le cifre rese note da fonti militari. Il numero dei miliziani uccisi rimane incerto, ma secondo alcune fonti sarebbero circa 40. Non ci sono indicazioni esatte sul numero dei civili rimasti vittima degli scontri.

Gran parte degli oltre 30mila profughi che abitavano nel campo prima del 20 maggio sono riusciti a fuggire, ma si calcola che 5mila siano ancora intrappolati, vivendo in condizioni sempre più difficili per la carenza di acqua, cibo ed elettricità. I tentativi di mediazione avviati nei giorni scorsi sembrano esser falliti, o sospesi per l’intensificarsi degli scontri.

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