Ucciso per aver dato due calci a un’auto

Il sudamericano, regolare e incensurato, è stato operato per due volte ma è morto dopo 12 ore di agonia

In medici del San Palo hanno provato in tutti i modi di salvarlo, sottoponendolo a un primo intervento d’urgenza all’alba e a un secondo nella tarda mattina. Ma la coltellata rimediata da Carlos V., 40 anni, ecuadoregno regolare in Italia, durante una rissa fuori da una discoteca era stata micidiale. E verso le 15 l’uomo ha cessato di vivere. Il caso passa ora alla sezione omicidi della squadra mobile, che dovrà dare un nome all’assassino. Di cui si sa ancora poco, anche se la presenza di numerosi testimoni all’aggressione non dovrebbe far mancare dettagli utili agli investigatori.
Sono circa le 4.30, in via Bodio 10 c’è ancora la fila di fronte all’ingresso dell’«Associazione note latine» un locale frequentato in gran parte da sudamericani. Tra loro però anche due italiani, Massimo A., 37 anni, e Lorenzo M., 35, la cui attenzione è attratta da un ecuadoregno ubriaco fradicio piuttosto fastidioso. A un certo punto arriva un uomo, descritto anche lui come sudamericano, che impugna un coltello «a farfalla», di quelli che si aprono con un brusco movimento del polso. L’aggressore lo riempie di insulti, quindi sferra due fendenti, al braccio e all’addome, e quando la vittima è a terra gli tira anche due pugni in testa. Quindi sparisce. I due italiani chiamano il 113 e all’arrivo degli agenti raccontano quel che hanno visto, ma anche sentito. E cioè altri sudamericani hanno commentato l’aggressione, spiegando che l’ecuadoregno poco prima, nella sua foga etilica, aveva anche preso a calci una macchina di passaggio, dalla quale era sceso uno degli occupanti, sembra in tutto tre, che l’ha poi accoltellato.
Nel frattempo il ferito è già stato assistito sul posto da personale del 118 e quindi portato al San Paolo. Qui i chirurghi l’hanno sottoposto a un intervento d’urgenza, ma le sue condizioni sono apparse subito disperate. Tanto che verso la fine della mattinata il sudamericano ha avuto un ulteriore peggioramento che ha costretto i medici a un secondo intervento. Sforzi disperati ma inutili, poco le 15 l’ecuadoregno ha cessato di vivere. La polizia sta ora cercando di decifrare la personalità del morto.

Finora è stato accertato che era celibe, che se aveva una relazione con un’altra sudamericana, in Italia con regolare permesso di lavoro, ma non è ancora chiara quale fosse la sua reale occupazione, e infine che non aveva precedenti di rilievo.

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