Ucciso dal custode del parco durante la festa dei bambini

Pescara, attimi di terrore a Villa de Riseis, area verde a pochi metri dalla spiaggia

Ucciso dal custode del parco durante la festa dei  bambini

da Pescara

Due colpi, uno al petto, l’altro alla testa. Un’esecuzione davanti ai bambini che facevano festa, alle mamme coi passeggini, alla famiglie che cominciavano a rientrare dalla spiaggia.
Villa De Riseis è un pezzo di verde davanti al litorale di Pescara, uno dei tre parchi della città. Qui alle cinque mezza di ieri pomeriggio è scoppiato l’inferno. Grida, sangue, paura. A morire, mentre stava giocando a carte con gli amici, un uomo di sessantaquattro anni, Marco Pagliaro, proprietario di uno stabilimento balneare, l’«Apollo», sdraio e ombrelloni affollatissimi a pochi metri da quel parco dove ieri è stato ucciso. Il perché è ancora un mistero, o meglio, forse soltanto un motivo troppo futile, troppo stupido per assomigliare a un movente. A sparargli è stato il guardiano del parco. Adesso è ricercato. Si chiama Michelangelo D’Agostino, 53 anni, un casertano in odore di camorra, ex detenuto assunto tramite la cooperativa «La Cometa» che si occupa del reinserimento sociale di persone svantaggiate. In termini più prosaici di ex tossicodipendenti e carcerati tornati liberi.
A innescare la miccia sarebbe stata una lite. Non la prima tra i due. Sembra che la vittima rimproverasse al custode la scarsa manutenzione dell’area. Ieri pomeriggio, la discussione si è fatta più accesa. Sono volate parole grosse, forse anche la minaccia di farlo licenziare. Mentre intorno, ignara di tutto, una nidiata di bimbi faceva festa. È stato un attimo. «Ti ammazzo» avrebbe sentito urlare qualcuno. Poi in rapida successione due colpi. Secchi, quasi metallici, esplosi con una pistola di piccolo calibro. Pagliaro è crollato a terra, mentre l’assassino si dava alla fuga. Inutile ogni soccorso: la vittima è morta prima di arrivare in ospedale. Immediata, anche se per ora infruttuosa, la caccia all’uomo. Prima ancora che la Mobile arrivasse sul posto un elicottero della polizia si è alzato in volo e ha perlustrato per oltre mezz’ora, procedendo a bassa quota, le vie del centro cittadino, dove D’Agostino si era diretto a piedi. Poi, posti di blocco attorno alla città, per evitare che potesse uscire. Eppure niente, come volatilizzato. È soltanto questione di tempo, però. Accusato in passato di rapina, arrestato dopo essere stato trovato con tre chili di droga in casa, il poco affidabile guardiano di Villa de Riseis, difficilmente potrà fare molta strada. Di lui gli investigatori conoscono tutto.
Ma si tratta a questo punto di particolari, dettagli che contano poco per i familiari dell’imprenditore, sposato e padre di tre figli, ma che almeno hanno smorzato l’allarme sicurezza scattato quasi subito tra la folla che ieri era sulle spiagge. Si era sparsa la voce di un delitto «occasionale», del solito balordo vigliacco e capace di uccidere per quattro spiccioli.
Non è così, anche se ciò non basta a spegnere l’allarme.

Si può davvero morire per un’antipatia? Per un rimprovero?
E poi una domanda. Forse la più importante: qualcuno si è mai preoccupato di controllare quell’ex rapinatore reinserito dalla cooperativa? Ora si sa, poco redento e per di più armato.

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