Ucraina, la crisi degenera: ritorna lo spettro del golpe

Il ministro dell’Interno filorusso si rifiuta di cedere al presidente Yushchenko la guida delle forze di sicurezza

Rischia di scivolare verso un confronto armato o una qualche forma di colpo di Stato la crisi istituzionale in Ucraina, che da lungo tempo - ma in forma più diretta dall’inizio di aprile, quando una serie di discutibili cambi di casacca in Parlamento ha consegnato la maggioranza ai filorussi - vede contrapposti il presidente della Repubblica Viktor Yushchenko, su posizioni filoccidentali, e il premier Viktor Yanukovich, che guida un governo sostenuto da una maggioranza filorussa appoggiata da forze di sinistra. Un incontro tra i due rivali è cominciato nella tarda serata di ieri e non se ne conoscono ancora gli esiti.
In uno scenario che comincia pericolosamente a somigliare a quello russo del 1993, quando il braccio di ferro con il Parlamento nostalgico dell’Urss venne risolto con la forza dal presidente Boris Eltsin, Yushchenko ha deciso di avocare a sé il comando delle forze speciali dell’Interno, togliendolo al ministro degli Interni Vassili Tsushko. Mentre alcune migliaia di persone cominciano a scendere in strada nella capitale Kiev a sostegno dell’una o dell’altra causa, Tsushko ha rifiutato anche solo di partecipare alla riunione indetta dal presidente con i massimi rappresentanti della sicurezza ucraina, parlando di «istituzioni che mettono il Paese a rischio di guerra civile».
Al momento il confronto sembra ristretto agli ambiti del potere, anche se il coinvolgimento delle strutture di forza solleva gravi preoccupazioni, già espresse dalle cancellerie russa ed europee. A Kiev si è vissuta una convulsa giornata in cui gli ordini di una parte sono stati rinviati al mittente dai destinatari dell’altra, in un susseguirsi di accuse di «ordini illegali» e di tentativi di usare le forze speciali di propria competenza (un’eredità del sistema sovietico) per imporre o difendere le rispettive posizioni. Così il ministro Tsushko ha mandato le sue guardie (i berkut) al Palazzo di giustizia, oltre a rifiutarsi di cedere al presidente il controllo delle forze del suo ministero. Dall’altra parte i membri della brigata scelta Alfa sembrano schierati con Yushchenko, al contrario delle guardie presidenziali, che paiono inclini a evitare uno scontro con le forze di polizia. I cui comandi esitano peraltro a pronunciarsi. Lo ha fatto invece il ministro della Difesa Anatoli Gritzenko, vicino al capo dello Stato, annunciando che l’esercito «è pronto a portare avanti operazioni antiterrorismo in tutta l’Ucraina, Kiev inclusa»: resta il fatto che il suo controllo sulle forze armate non sembra così ferreo.
Una situazione potenzialmente pericolosissima, che rischia di raggiungere presto un punto di non ritorno oltre il quale i nodi potrebbero essere sciolti solo con il ricorso alla violenza. Yushchenko afferma di voler proseguire gli infruttuosi negoziati con la controparte politica, dichiarando allo stesso tempo di riporvi scarso ottimismo. Un comunicato stampa della presidenza rivolge alla coalizione di governo la pesante accusa di aver scelto consapevolmente di aggravare la crisi in Ucraina. «Il loro obiettivo - si legge nel documento - è di guadagnare così il tempo sufficiente affinché metodi corrotti producano un pronunciamento a loro favorevole da parte della Corte costituzionale: è così che sperano di evitare il verdetto democratico del popolo ucraino». Il riferimento è chiaramente alle elezioni anticipate per le quali Yushchenko si adopera, e che insiste nell’indicare come unica via d’uscita all’impasse.
Dall’altro fronte, il premier Yanukovich dice di temere un colpo di Stato strisciante. Per il capo del governo, il presidente della Repubblica sta apertamente violando la Costituzione e mirando a una soluzione di forza.

Yanukovich, in un incontro teletrasmesso nel quale ha definito incostituzionale il decreto di Yushchenko sulle forze speciali. E il presidente socialista del Parlamento Aleksandr Moroz si è appellato a una mediazione internazionale per scongiurare «sviluppi tragici degli eventi». In serata il cruciale incontro tra Yushchenko e Yanukovich.

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