Passa davanti al Sampdoria Point ed entra al teatro della Gioventù con la sciarpa rossoblù - rossoblù Bologna - con disinvoltura. Lapplauso e le bandiere scattano comunque e Pierferdinando Casini si mostra meglio di Di Vaio a dribblare le insidie calcistiche della partita in programma di lì a poche ore a Marassi che potrebbe procurargli qualche antipatia a Genova: «Dobbiamo essere altruisti e generosi con i bisognosi no? Almeno un punticino datecelo». Quando inizia lintervista pubblica, in diretta tv su Primocanale, con le domande in serie che arrivano da Secolo XIX, Giornale, Repubblica, Corriere della Sera e Corriere Mercantile, il leader dellUdc si riserva però qualche scappatoia dialettica per mantenere la sua linea ufficialmente equidistante da Claudio Burlando e Sandro Biasotti. E lo fa a carte scoperte, citando con grande autoironia anche Arnaldo Forlani e la sua proverbiale capacità di «parlare per ore senza dire nulla».
In effetti, più ancora delle domande sono gli applausi del pubblico a creargli i veri imbarazzi. Come nel caso della «terza via» che potrebbe scegliere il suo partito. Casini spiega che «Burlando è una persona perbene, che Biasotti è una persona perbene, che non è un problema di persone, e che comunque entro il 28 marzo verrà presa una decisione». Ma siccome Burlando, recentemente definito «persona seria» da Casini, va da mesi dicendo che laccordo con lUdc è già fatto, per non mettere in dubbio la serietà del leader Udc cè un «serio» di troppo. E Pierferdinando non ha dubbi: «Burlando sa benissimo che non può andare a dire di aver fatto un accordo che non cè». E non si ferma: «Noi in molte parti dItalia potremmo anche andare da soli, non è escluso anche in Liguria». È qui che scatta, a frase ancora in corso, lappalauso più forte, spontaneo, convinto di tutta la mattinata.
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