Politica

La Ue boccia il governo: scricchiola il no al ponte sullo Stretto

Danuta Hübner: «Mi dicono che il progetto sotto il punto di vista tecnologico è in regola»

da Roma

Scricchiola sempre di più il no al ponte sullo Stretto di Messina. Un ulteriore colpetto all’atteggiamento del governo arriva dalla Ue.
«Mi dicono che il progetto sotto il punto di vista tecnologico è in regola», ha affermato ieri il commissario europeo per la Politica regionale, Danuta Hübner, in visita per due giorni nel capoluogo siciliano, aggiungendo: «Quindi si potrà pensare ad una cooperazione tra pubblico e privato, con maggiore utilizzo degli investimenti privati». Anche se il commissario tende a sottolineare che «il progetto del ponte è enorme, ma l’Europa non è coinvolta dal punto di vista dei fondi», la sua dichiarazione incoraggia i fautori del ponte e rilancia l’ipotesi sostenuta dalle autorità locali di cercare finanziamenti tra le grandi imprese private. Dopo la decisione, condivisa con il governo regionale, di spalmare per le infrastrutture delle tre capitali siciliane (Palermo, Catania, Messina) il miliardo destinato all’avvio del Ponte e la vittoria al Senato di coloro che non vogliono che si chiuda la Società Ponte sullo Stretto, le affermazioni del commissario europeo offrono una chance in più. Dalla Ue insomma arriva un primo lasciapassare all’ipotesi che il Ponte si possa fare con l’apporto dei privati. Tesi sostenuta da sempre dalle istituzioni regionali che nei numerosi progetti presentati hanno ogni volta indicato alcuni gruppi stranieri, giapponesi inclusi, come possibili finanziatori della mega opera.
Sembra chiudersi ormai anche la polemica aperta con l’emendamento bocciato al Senato con il quale il governo prevedeva di chiudere la società che si occupa da decenni della costruzione del Ponte. Come spiega Giuseppe Vattino, responsabile energia dell’Italia dei Valori, la decisione del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, di tenere in piedi la Società «è stata la migliore possibile per le Casse dello Stato, senza per questo voler costruire a tutti i costi il Ponte che non è, come più volte detto, nelle priorità del programma di governo. I soldi per il Ponte serviranno invece a costruire infrastrutture in Sicilia e Calabria, proprio come si era discusso durante la stesura del programma.

Quindi le polemiche di questi giorni o sono frutto di strumentalizzazioni o di ignoranza della vicenda».

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