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La Ue: l'Italia chiarisca sgravi fiscali alle coop

Lettera al geverno del commissario alla Concorrenza: il sospetto è che l'abbattimento dell'imponibile possa essere un aiuto di Stato. L'indagine partita nel 2006 dopo una denuncia di Federdistribuzione

La Ue: l'Italia chiarisca sgravi fiscali alle coop

Bruxelles - Il sistema di agevolazioni fiscali di cui godono le cooperative che operano nei settori della distribuzione e dei servizi bancari finisce nel mirino della Commissione europea. Il sospetto è quello dell'esistenza di aiuti di Stato illegali incompatibili col diritto comunitario, soprattutto per quel che riguarda le grandi coop. Per questo i servizi dell'Antitrust Ue hanno inviato una lettera al governo italiano, chiedendo spiegazioni.

Tutto nasce da una serie di denunce inviate a Bruxelles, a partire da quella di Federdistribuzione, l'associazione che riunisce tutte le più grandi catene commerciali italiane. Denunce in cui si punta il dito sui regimi fiscali preferenziali accordati alle cooperative, che porterebbero ad una distorsione della libera concorrenza. Visto che realtà come Coop Italia - spiegano i ricorrenti - sono ormai leader nel settore della grande distribuzione e non avrebbero più diritto ad agevolazioni che originariamente si giustificavano con la loro funzione sociale e natura mutualistica. Ma le coop si sono sempre difese sostenendo come la loro quota di mercato sia rimasta costante negli anni, a fronte dell'irrefrenabile affermazione di gruppi come Carrefour o Auchan, il cui successo dimostrerebbe la vitalità competitiva del settore della grande distribuzione.

Fatto sta che la Commissione europea ha deciso di vederci chiaro. Non tanto per quel che riguarda le cooperative di piccole e medie dimensioni, quelle assimilabili alle pmi con meno di 250 addetti e un fatturato annuo fino a 50 milioni di euro. Bruxelles vuole piuttosto fare luce "sulle misure riguardanti le grandi cooperative, che - si spiega in una nota - sembrerebbero non essere più in linea con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato". Non si tratta di "nuove misure", sottolinea Bruxelles, ma di "aiuti esistenti", cioé entrati in vigore prima del trattato Ue: dunque, non esiste alcun rischio che debbano essere rimborsati. Ma l'esecutivo europeo potrebbe chiedere di eliminarli.

Le agevolazioni fiscali sotto esame riguardano in particolare una serie di norme che permettono l'abbattimento del reddito imponibile. "Nelle grandi linee - spiegano i servizi dell'Antitrust Ue - la Commissione riconosce l'importanza e il contributo significativo delle cooperative all'economia e alla società in generale. E' quindi possibile distinguerle dalle imprese lucrative, specie quando si tratta di cooperative mutualistiche pure, che realizzano redditi esclusivamente con i propri membri". Ma è anche vero che "malgrado la loro specificità, le cooperative realizzano utili anche tramite attività con 'non membri' e hanno un comportamento sul mercato analogo a quello delle imprese lucrative". Per questo per i tecnici di Bruxelles "in queste circostanze, un trattamento preferenziale a beneficio delle cooperative costituisce un aiuto di Stato".

Aiuto che però "può ritenersi compatibile se il proprio effetto negativo per la concorrenza e gli scambi è controbilanciato dagli effetti positivi in termini di contributo delle cooperative alla realizzazione di obiettivi sociali".

E "questo - conclude la Commissione Ue - si ritiene sia il caso delle piccole e medie imprese, che costituiscono la stragrande maggioranza delle cooperative".

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