Ue, sanzioni più dure contro la giunta

Bruxelles. La Commissione europea è favorevole a inasprire le sanzioni contro il Myanmar, purché la popolazione non venga colpita. Lo riferisce Amadeu Altafaj Tardio, portavoce del commissario agli Aiuti umanitari Louis Michel, per il quale il «punto cruciale» è riuscire ad «essere efficaci senza pesare sulla popolazione, in larga parte molto vulnerabile». Contro la giunta militare birmana la Ue ha in vigore restrizioni sin dal 1996, che includono l’embargo delle armi, i leader del regime e la possibilità di investimenti. Anche l’Europarlamento di Strasburgo ha condannato la brutale repressione del regime di Myanmar e ha chiesto alla comunità internazionale un inasprimento delle sanzioni. Strasburgo ha sollecitato la Cina e la Russia a sostenere in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu la condanna della violenza del regime.
L’efficacia delle sanzioni, ha ammonito ancora Altafaj a Bruxelles, «è legata alla capacità della comunità internazionale di parlare con una sola voce e all’appoggio dei Paesi della Regione, che possono avere un ruolo decisivo». Il riferimento di Altafaj è alla Cina, che intrattiene buone relazioni con Myanmar e che l’altra notte all’Onu si è dichiarata contraria alle sanzioni. Pechino ha investito oltre un miliardo di dollari nel Myanmar, dove lavorano un milione di piccoli imprenditori cinesi.


La Cina ha chiesto ieri alla giunta militare del Myanmar e all’opposizione di dar prova di «moderazione», di evitare di «danneggiare la stabilità del Paese e della Regione» e di «prestare attenzione al benessere del popolo».

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