Economia

Ue, Tremonti: "E' ora di cambiare i trattati"

"La crisi che sta vivendo l'Europa può essere un'occasione per uscire dai trattati attuali e fare un nuovo accordo". Secondo il ministro, i trattati "sono stati scritti prima della globalizzazione, sono stati adattati, ma sono il prodotto di un mondo passato. Sull'immigrazione: "L'azione dell'Ue è stata drammaticamente insufficiente"

Ue, Tremonti: "E' ora di cambiare i trattati"

La crisi che sta vivendo l’Europa in questo momento "forse può essere una ragione per pensare a una nuova e più intensa Convenzione" europea come quella che è stata convocata nel 2000 per rivedere i trattati europei. La definizione di un nuovo trattato europeo è "un’ipotesi da prendere in considerazione". Sono parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, pronunciate in occasione del suo intervento davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo.

Rispondendo alle domande degli europarlamentari, Tremonti ha osservato che i trattati "sono stati scritti prima della globalizzazione, sono stati adattati, ma sono il prodotto di un mondo passato". Allora il mondo era fatto dal blocco europeo, dal blocco sovietico, dal blocco americano e in alcuni trattati non si parla in assoluto dell’Asia, dell’Est. Il mondo è radicalmente cambiato". La crisi, secondo il ministro, dunque "può essere una ragione per pensare a una nuova e spero ancora più intensa convenzione cogliendo il momento".

Il ministro affronta anche il tema immigrazione e mette in luce il fatto che la visione politica e l’azione dell’Unione europea nell’ambito della crisi geopolitica sono "drammaticamente insufficienti". "Quello che sembra lungimirante in realtà è miope e per questo dico che l’Europa è stata finora missing in action, anzi in no action, pur avendo un trattato la cui lettera è molto ampia e che offre una base di intervento".

Infine, il ministro ha sottolineato l’opportunità di finanziare lo sviluppo delle energie alternative nel quadro di investimenti pubblici di interesse collettivo. Tremonti ha evidenziato come sia necessario, in questa fase, compiere una riflessione sul modello economico e sociale europeo. Un modello che secondo il ministro non può essere dominato solo dalla domanda interna o dell’export. "Questa fase - ha detto Tremonti - va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo.

Il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza". 

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