Ultima tappa, a settembre il verdetto

Milano e il Giro d’Italia, solo a fine estate si saprà se il rapporto è destinato a continuare nel tempo. Oppure a finire, come annunciato il primo agosto al Giornale dal patron della corsa, Angelo Zomegnan. Proprio quell’intervista si rivela come un fulmine a ciel sereno per gli appassionati delle due ruote: «Qui ci sentiamo sopportati, sarà a Verona l’arrivo del prossimo Giro», dice Zomegnan. Chiusura del traffico in concomitanza con l’arrivo della carovana e valide iniziative di contorno, queste le richieste degli organizzatori non raccolte dall’amministrazione. Le parole di Zomegnan scatenano la reazione della classe politica. «Punizione immeritata», spiega il vicesindaco Riccardo De Corato. Anche la Camera di commercio dice la sua. «Senza corsa la città perde 5 milioni di euro di indotto».

Cominciano i primi contatti fra amministrazione e organizzazione, con l’assessore allo sport Giovanni Terzi in prima linea per trattenere il Giro. Tanto che in una nuova intervista al Giornale del 4 agosto Zomegnan apre uno spiraglio: «Il traguardo sarà a Verona, ma se Milano chiama...». La corsa a due è ora aperta ufficialmente.

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