RomaBenedetto XVI ha sollecitato i vescovi irlandesi a «stabilire la verità» sugli abusi commessi nel corso di sessantanni in alcuni istituti di correzione gestiti dalla Chiesa. Lo hanno comunicato ieri i vertici della Conferenza episcopale dIrlanda, che lo scorso 5 giugno erano stati ricevuti dal Pontefice in Vaticano.
Il Papa ha invitato i vescovi e tutta la Chiesa a «stabilire la verità su che cosa è successo e perché», quindi ad «assicurare che giustizia sia fatta per tutti», oltre che «vigilare affinché le misure poste in essere per prevenire che si ripetano simili abusi siano pienamente applicate». Ultima ma più importante indicazione papale, quella di «portare conforto alle vittime degli abusi sopravvissute». Papa Ratzinger conferma quindi la «tolleranza zero» verso gli abusi, i casi di pedofilia e le violenze perpetrate da sacerdoti, religiosi e insegnanti nelle istituzioni cattoliche.
LIrlanda è sconvolta da un rapporto di 2.575 pagine, preparato con un lavoro durato nove anni da una commissione presieduta dal giudice dellAlta corte, Sean Ryan, nel quale si dà conto di molestie, stupri e violenze avvenuti nelle industrial schools, i 250 istituti gestiti dagli ordini religiosi cattolici per oltre mezzo secolo. Centinaia di testimonianze raccolte dalla commissione squarciano il velo di silenzio che ha circondato per decenni questi riformatori, dove molti bambini e ragazzi sono stati abusati. Il presidente dei vescovi, cardinale Sean Brady, insieme allarcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, rivelando il contenuto dellincontro riservato con il Pontefice, hanno ammesso il «fallimento delle istituzioni della Chiesa nel proteggere i bambini e nel prevenire il dilagare degli abusi sessuali, fisici ed emozionali», nonché la «negligenza» documentata dal rapporto Ryan. «Abbiamo vergogna, siamo umiliati e chiediamo scusa - hanno dichiarato i presuli irlandesi - se il nostro popolo si è allontanato così tanto dagli ideali cristiani». «Crimini odiosi - hanno continuato i pastori della Chiesa dIrlanda - sono stati perpetrati contro i più innocenti e i più vulnerabili, e sono stati commessi atti vili con effetti duraturi nella vita con il pretesto della missione di Gesù Cristo».
I vescovi hanno partecipato due giorni fa con una loro delegazione alla marcia indetta per esprimere sostegno alle vittime e chiedere giustizia, che ha visto la presenza di cinquemila persone.
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