Ultimatum di Rifondazione: «Pronti ad andarcene»

Ultimatum di Rifondazione: «Pronti ad andarcene»

(...) cosa ne pensa l’elettorato». Non vuole fare il nome di quel «qualcuno», Conti, ma pare fin troppo chiaro il riferimento a Giovanni Battista Pittaluga, l’assessore al Bilancio che si sta rivelando uno dei più fini politici della maggioranza di Claudio Burlando. Ci sarebbe la mano del professore, per esempio, dietro all’operazione che vedrebbe in avvicinamento a Gente della Liguria, la lista di Pittaluga appunto, alcuni esponenti del centrodestra, da Nicola Abbundo a Fabio Broglia, ma quest’ultimo nega con decisione. E ci sarebbe ancora il professore dietro alla manovra che, sia in giunta sia in consiglio, cerca di schiacciare in un angolo Rifondazione comunista.
la pentola s’è scoperchiata un paio di giorni fa, quando Lorenzo Castè è passato da Rifondazione al nuovo gruppo Comunisti italiani - Sinistra Arcobaleno. Alla conferenza stampa che annunciava il salto del consigliere ha partecipato anche l’assessore Enrico Vesco, nella sua qualità di segretario regionale dei Comunisti italiani. Rifondazione era andata su tutte le furie, con Marco Nesci il capogruppo a dire che «Castè è stato eletto con i voti del Prc, non per suoi meriti, quindi se cambia partito dovrebbe avere almeno la decenza di dimettersi da consigliere regionale». Ieri Conti è tornato all’attacco. Incalzato dal caporedattore del Giornale Massimiliano Lussana, a Primocanale ha detto: «Vesco decida quale casacca indossare, quella di assessore o quella di segretario». Perché, si scalda: «Non è pensabile che un assessore presenzi alla conferenza stampa che cerca di indebolire un gruppo politico del consiglio». Più tardi al telefono, Conti spiega che non ne farà una pregiudiziale perché l’assessore Franco Zunino del Prc resti o meno in giunta. Farà di peggio: ieri sera ha posto la questione alla riunione di maggioranza e suonava maluccio. «È ovvio che a questo punto si pone un problema politico.

C’è un tentativo di depotenziare Rifondazione, magari spingendola fuori dalla maggioranza, e di cambiare in corso d’opera la composizione della coalizione eletta ad aprile. mettete fine a questa manovra oppure vi riportiamo tutti alle urne».

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