Ultimo voto, c’è il taglio agli stipendi dei deputati

RomaEntro stasera la manovra-bis diventerà legge dello Stato, dopo il voto di fiducia chiesto ieri dal governo. Il testo rimane dunque inalterato e il saldo resta a 54,2 miliardi. Contando anche la manovra di luglio, ricorda il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, le misure economiche e fiscali approvate quest’estate «valgono 140 miliardi nel loro complesso», assicurando così il pareggio di bilancio nel 2014. Sempre oggi la Camera decide sull’applicazione del «contributo di solidarietà» ai deputati, il 10% oltre i 90 mila euro e il 20% sopra i 150 mila. Formalmente saranno gli stessi parlamentari ad autoridursi lo stipendio, evitando una imposizione da parte del governo.
Ma il lavoro non è finito: sul tavolo del governo arrivano adesso gli interventi sulla crescita economica e le misure straordinarie per la riduzione del debito pubblico. Già la prossima settimana il ministro dell’Economia Giulio Tremonti incontrerà grandi investitori internazionali e italiani per discutere di un maxi-piano di privatizzazione ed alienazione di beni pubblici fino ad un massimo teorico di 400-500 miliardi di euro. Il Tesoro appare pronto a cedere immobili, concessioni e quote delle municipalizzate trasformate in società per azioni. Sul piatto non saranno invece le quote strategiche detenute dallo Stato in Eni, Enel, Terna e Finmeccanica. Né si prospetta una privatizzazione anche parziale per Poste, Ferrovie e Rai.
Se il pareggio di bilancio nel 2014 appare assicurato, resta il nodo di come aggredire un debito pubblico giunto al 120% del prodotto interno lordo. Su questo fronte si ricomincia a parlare di interventi strutturali sulle pensioni, portando l’età alla media europea, cioè 65-67 anni. Aumentando di un anno ogni dodici mesi l’età minima per le pensioni di anzianità, si potrebbero ottenere risparmi per oltre 2,6 miliardi di euro fra il 2013 e il 2015. La riforma potrebbe essere accompagnata da un condono fiscale e da una patrimoniale sugli immobili di valore catastale superiore a un certo livello (ad esempio, sopra il milione e 200 mila o il milione e mezzo). Secondo i calcoli del vicepresidente dei deputati Pdl, Massimo Corsaro, le tre misure straordinarie consentirebbero in tre anni di ridurre il debito al di sotto del 100% del Pil. Il veicolo legislativo per approvare in Parlamento la manovra-ter potrebbe essere la «legge di stabilità», ovvero la vecchia Finanziaria, che deve essere varata dal governo entro metà ottobre.
Resta tutta da verificare la fattibilità politica di un simile piano straordinario. Silvio Berlusconi, si sa, è ostile a ogni forma di imposta patrimoniale. La Lega Nord - lo ha confermato ancora ieri il capogruppo a Montecitorio Marco Reguzzoni - resta assolutamente contraria a nuovi interventi sulle pensioni: «Non vogliamo sentirne parlare». E resta da vedere quale sarà l’accoglienza degli enti locali, già colpiti dalla manovra, a una maxi-operazione di vendita delle utility locali. Di questo problema avrebbero discusso, secondo indiscrezioni non confermate, Tremonti e Bossi nell’incontro di lunedì.

Il ministro dell’Economia avrebbe parlato del piano anche ai vertici delle principali banche italiane. È infine in arrivo anche il «tagliando» alle misure per lo sviluppo già discusse nei tavoli di confronti con le parti sociali.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica